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Roma
Sanità: Zingaretti morbido con privati e cattolici. Così Bissoni ha mollato

di Luca Lotti


Alla fine il subcommissario governativo al piano di rientro della sanità del Lazio, Giovanni Bissoni, lascia Zingaretti e se ne va. Lo fa prima che scada il suo mandato, lo fa in modo educato e civile nella forma adducendo motivi personali, ma di fatto, quando chiude la porta, il rumore si sente e forte.

La lettera con le dimissioni è stata recapitata a sorpresa ieri a tutti i soggetti interessati ad iniziare dal presidente subito dopo la pausa pranzo. La presa di coscienza è arrivata dunque con il caffè, e , per i più, attraverso una anticipazione del “Sole 24 ore sanità” on line. E’ un prima crepa e anche profonda nell’incedere sicuro della Giunta Zingaretti nel campo della Sanità, fino ad oggi raccontato come un pianeta nuovo, dove i conti tornano le cure sono migliori ed a breve spariranno anche le liste di attesa e “l’anno nuovo “ come cantava Lucio Dalla “sta già arrivando”.

L'addio che ridimensiona quattro anni di governo della sanità
Le dimissioni di Bissoni, uno dei maggiori esperti di sanità del Pd a livello nazionale e che lascia l’incarico prima della fine del suo mandato e prima della scadenza di luglio dove si dovrebbe sancire a livello ministeriale l’uscita dal piano di rientro, sembrano ridimensionare il racconto di questi quattro anni. I ben informati dicono che intanto non è certo che a luglio si sancirà l’uscita dal tunnel, ma soprattutto a fare saltare la permanenza di Bissoni è stata la constatazione di una certa “morbidezza” dell’esecutivo regionale nei confronti della sanità privata e di quella cattolica che in questi anni molto ha chiesto, molto ha ricevuto, ma poco ha dato.

Liste d'attesa e ospedali cattolici e privati
Per esempio sulla lotta alle liste di attesa. Una mancanza di determinazione del Commissario Zingaretti , un incedere secondo l’antico adagio veltroniano del “ ma anche, che ha fallito nell’imporre a questi soggetti, che storicamente zavorrano il sistema sanitario regionale, un insieme di regole e comportamenti virtuosi, di sistema, condivisi, e non viziati solo dall’interesse privato. Zingaretti non sembra essere riuscito a muovere questa storica palude e Bissoni ha gettato la spugna. Secondo questa lettura, condivisa da anche da esponenti della sinistra che vogliono restare anonimi, hanno vinto i poteri forti della sanità privata laica e cattolica,ha vinto quell’"ircocervo" burocratico, quel miscuglio di interessi che vanno dalla burocrazia alla politica che il Sole definisce del “generone (anche sanitario-cattolico) romano”. Ora si apre la partita per la nomina del successore e sarà una partita dura perché il Ministro Lorenzin vorrà sicuramente nominare un suo uomo. Di fatto è iniziata la campagna elettorale per le regionali.

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