Roma
Saranno sindaco della Città Metropolitana, un fantasma per i candidati
Il Sindaco di Roma sarà sindaco Metropolitano ma nessuno ne parla: ecco perchè
di Donato Robilotta*
Siamo in dirittura di arrivo per le elezioni di Roma ma in questa strana e inusuale campagna elettorale, più da paese che da Capitale della Repubblica, c’è un fantasma che si aggira ed è quello della Città Metropolitana.
I candidati non ne parlano e non se ne occupano, ma il Sindaco di Roma appena eletto diventa automaticamente anche il Sindaco della Città Metropolitana, il nuovo ente, previsto dalla legge 56 e costituito da oltre un anno, che dovrebbe avere importanti funzioni di governo di un territorio che va oltre il raccordo anulare e corrisponde a quello che una volta comprendeva la vecchia Provincia.
Un ente che nelle intenzioni del legislatore dovrebbe avere compiti e funzioni più importanti dell’ente appena cancellato dalla riforma costituzionale e più simili alle competenze della Regione per consentire il governo dell’area metropolitana che travalica i confini della città.
Eppure la Città Metropolitana è già diventata un ente in stato comatoso che non riesce ad approvare il bilancio, come ha denunciato qualche giorno fa il vice sindaco nel silenzio generale, e i cittadini non ne conoscono neanche l’esistenza.
A questo probabilmente avrà contribuito anche il fatto che i cittadini non eleggeranno direttamente il Sindaco della Città metropolitana, come è previsto sia nella legge 56 che dallo statuto metropolitano, perché nonostante le tante promesse e gli annunci il Parlamento non ha ancora approvata le legge che dovrebbe regolamentare il meccanismo elettorale.
A questo probabilmente avrà anche contribuito il fatto che, diversamente dalle altre città metropolitane, quella di Roma resta un ente distinto dalla Capitale, con funzioni e assetti diversi che ne fanno una specie di giano bifronte con una complicazione istituzionale di un certo livello.
Ma proprio questo aspetto avrebbe dovuto essere un argomento da campagna elettorale, per capire cosa ne pensano i candidati ma soprattutto per obbligare il Parlamento ad affrontare la questione e sciogliere il nodo non solo dell’elezione diretta del Sindaco della città Metropolitana ma soprattutto dell’ente con due teste e due corpi che rischia di uccidere nella culla l’ente appena nato.
In queste settimane è in discussione in Regione una proposta di legge sul trasferimento di funzioni e compiti a Roma capitale e agli altri enti locali, e proprio la questione se conferire i poteri, promessi da anni, a Roma Capitale, con i confini della città, o alla città metropolitana, corrispondente al territorio dell’intera ex provincia, diventata un problema per andare avanti.
Forse al legislatore, che decise di far corrispondere i confini della Città metropolitana non con quelli della città di Roma, per far sì che Capitale e nuovo ente coincidessero e fossero unica cosa, ma con quelli dell’intero territorio della provincia, sarà sfuggito che questa decisione avrebbe costituito un problema per la Regione, che vede il nuovo ente, se dotato dei poteri e delle funzioni previste, come un concorrente ed anche un alibi per non trasferire quei compiti.
*già Consigliere Regionale del Lazio