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Roma
Sciopera Roma, si ferma il Paese: Cgil e Uil: “Meloni esca dalla sua torre"

Se sciopera Roma, sciopera l'Italia. E proprio dalla Capitale parte il primo sciopero generale dell'era Meloni. Anche se non sarà unitario, perché a chiamare a raccolta i lavoratori saranno Cgil e Uil. Come ripetono i segretari romani e del Lazio, Michele Azzola e Alberto Civica, “La Cisl ha preferito trattare su altri tavoli”.

E proprio Alberto Civica e Michele Azzola, spiegano le motivazioni da Roma dovrebbe partire una protesta tsunami in grado di incidere sulla manovra prima che il Governo la possa approvare in tempo utile per evitare l'esercizio provvisorio.

Mentre i segretari nazionali uscivano dall'incontro con Giorgia Meloni, a Roma è stato dichiarato lo sciopero generale. E se sciopera Roma si ferma il Paese. Dite la verità: lo sciopero era già bell'e pronto?

Civica. “Non era pronto lo sciopero, c'era stato già un confronto del sindacato col Governo nel quale c'erano state aperture ma il testo depositato per la discussione aveva portato tutta una serie di scelte che non erano state oggetto del colloquio, addirittura peggiorative rispetto a quello che era prevedibile. L'accordo era per il 7 se non lo dichiaravamo entro il 10 non c'erano i tempi tecnici. Sapevano che non c'erano grandi margini anche se c'erano aperture a qualche ritocco. Non era preparato, era predisposto, magari ci avessero detti “contrordine compagni”, l'avremmo direttamente sconvocato”.

Azzola. “In realtà lo abbiamo dichiarato prima, due giorni prima perché la manovra per come è tata presentata è lontanissima dalle esigenze del Paese e dei lavoratori. Precarietà e lavoro povero e furto sulle pensioni e una strizzatina d'occhio che non riteniamo accettabili ad alcune categorie”.

Ma perché sempre gli scioperi di venerdì? Favorendo gli esperti del ponte lungo?

Civica. “Stavolta è obbligato, prima non avevamo i tempio per i servizi essenziali e dopo venerdì entravamo nella settimana di Natale. Al 16 venerdì ci ha costretti la tempistica delle regole e il Governo. E poi non volevamo mischiarci con la manifestazione del Pd. Sdarebbe diventato un pastone”.

Azzola. “E' stata una coincidenza. Quando gli esecuti hanno deciso di proclamare lo sciopero, la settimana disponibile era tra il 1w0e il 16 e noi rispettiamo convintamente la regolamentazione degli scioperi. Così da lunedì con 10 giorni di preavviso si va dritti al 16. Potevamo anche decidere per il 14 ma i tempi erano molto stretti”.

Perché scioperate e chiedete ai lavoratori di sacrificare un giorno di retribuzione?

Civica. “In finanziaria ci sono questioni delicate: i voucher tengono a destrutturare il sistema del lavoro. Poi le Partite Iva: con 50 mila si pagano tasse per 4 mila euro ma se se tu lo stesso reddito ce l'hai come lavoro dipendente ne paghi 17 mila. Io impresa edile invece di assumerti ti faccio prendere la partita Iva. Chi lavora prende di più e l'impresa paga di meno perché non versa liquidazione, e tredicesima. Così come per i voucher, si alimenta poi il lavoro nero. Pensate agli effetti che avrà in edilizia e agricoltura. E poi a cosa serve il contate a 5 mila euro? Ad alimentare il mercato nero. Se a questo ci aggiungi che vuoi togliere il reddito di cittadinanza, si crea una massa di persone che fa lavoretti in nero per sopravvivere. Insomma hanno tentato di rimettere in piedi un economia al grido di “basta che cammini, non importa come”.

Azzola. “Chiedere a una persona di rinunciare a un ventesimo dello stipendio è un atto di grande responsabilità. La manovra va nella direzione opposta a quello che serviva. Avevano l'obbligo di ridurre la precarietà e la manovra introduce i voucher e il 95% delle aziende potrebbero usarli e questo è un metodo per garantire lavoro grigio e sottopagato. Poi perché non c'è un contrasto all'evasione: bisognava spingere per lottare contro evasione Iva e fiscale.. invece. E poi è sbagliata perché mette in difficoltà anche gli enti locali: su Roma sono a rischio 250 mln di euro nel bilancio un taglio deciso della spesa corrente, e così i cittadini pagheranno due volte. C'è il taglio multe del Codice della Strada che stanno aggiustando e poi ci sono 3 voci: una è quella dei mancati ristorni delle spese degli enti locali, per il Covid. Roma ha speso 60 se be vede tornare 20. Non viene compensata il calo degli introiti Irpef e Irap degli Enti Locali locali, poi c'è una disposizione bizzarra della corte costituzionale sulle seconde case che produce un taglio degli introiti Imu di 160 mln che ancora una volta non viene compensato. Sento esponenti del Governo che si sbracciammo dire che hanno aiutato le persone fragile. L'aiuto alle bollette va alla fascia di povertà, una famiglia che lavora non avrà nulla. Infine, il taglio del cuneo fiscale porterà 10 euro l'anno in tasca rispetto all'inflazione”.

Manifestare significa anche contarsi. Non temete una piazza poco significativa?

Civica. “La nostra azione è una sola. Rendere chiari i motivi del contrasto e in questo Paese se vuoi farti sentire devi sempre urlare. Non è che con 3 mila perdi o se sciopera il 10 vinci, è un modo attraverso il quale vogliamo attirare l'attenzione su temi che avranno gli effetti per almeno 10 anni”.

Azzola. “Non abbiamo nessuna preoccupazione e i lavoratori ci capiranno, simo convinti che sarò una giornata in cui saranno in piazza con noi perché è giusto cambiare questa finanziaria”.

Un messaggio alla Meloni

Civica. E' semplice: se non capiscono che il mondo del lavoro è il motore del Paese e invece di parale ai lavoratori tutti parlano a quelli che li hanno votati e basta, il rischio è quello di essere una meteora come i predecessori”.

Azzola. “Ascolti le parti sociali e le esigenze di un Paese. Noi vogliamo evitare che la rabbia sociale esploda. Non si chiuda nella torre del Governo”.

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