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Roma
Scuola, pulizie ai bidelli, la fabbrica dei disoccupati: in mila senza lavoro

La fine degli appalti per le pulizie nelle scuole e il processo di internalizzazione dei servizi di sanificazione dalle società di facility management, passerà alla storia come la nuova fabbrica dei disoccupati: le stime parlano chiaro: dal gennaio 2020, giorno in cui nei plessi scatterà la pulizia a cura dei bidelli, in 6000 rimarranno senza lavoro.

E' l'effetto dell'articolo 1 comma 760 della legge di bilancio 2019 che di fatto autorizza il Ministero dell'Istruzione ad assumere a decorrere dal prossimo 1 gennaio il personale che prima era alle dipendenze dei privati, con lo scopo di mantenere la pulizia e il decoro nelle scuole, secondo requisti chiari: l'anzianità di servizio di almeno 10 anni, almeno la Licenza Elementare e l'assenza di carichi penali. La “statalizzazione dei servizi di pulizia ha fatto sì che il legislatore si superasse per fantasia e creatività perché esiste un buon 5% di dipendenti attuali del settore privato che ha ignorato volutamente il passato dei dipendenti, fornendo loro una seconda occasione di vita. Tra “fedine penali” e mancanza dei requisiti scolastici, la platea che verrà esclusa dalle assunzioni arriva a circa 7 mila unità, comprendendo anche coloro che non hanno l'anzianità sufficiente per poter presentare la domanda.

Sul fronte delle aziende di facility management come Ciclat, Cns, Csi, Dussmann, L’Operosa, Maca, Manital Rekeeep e Team Service l'effetto dell'internalizzazione si preannuncia devastante. E questo perché in vista del nuovo corso sono già partite le procedure di licenziamento mentre la scadenza del primo di gennaio obbligherà il Ministero a una proroga dei contratti in essere, almeno sino a quando non verranno espletate le pratiche e perfezionate le assunzioni. I rischio vero è che al rientro dalle vacanze di Natale, in molti plessi non ci saranno né i neo assunti, tantomeno le imprese esterne.

Mario Rusconi, presidente del'Anp, associazione nazional presidi del lazio, spiega: “Questo provvedimento è l'ennesima misura, come avviene da anni, che ha come obiettivo quello di fare cassa sulla Scuola. Su 8 mln di studenti e 200 mila insegnanti e bidelli essendo una popolazione così vasta si fa cassa facilmente. Basta un euro a persona e si fanno mln di euro. Da un parte ci sono le Coop come la Multiservizi a Roma i cui dipendenti rimangono senza lavoro, dall'altra parte si costruisce un aggravio di lavoro interno sperando che aumenti l'organico dei bidelli. E' chiaro che se devi tenere le sucole in ordine in questo scenario ci vuole giusto Mandrake. E' da tempo che si parla di assunzioni dei bidelli e se ne parlerà ancora. Ancora più drammatica è la carenza di direttori amministrativi. C'è il concorso ma non si sa quando sarà espletato. In migliaia di scuole sono stati mandati come direttori persone non competenti per loro diretta ammissione. In poche parole - aggiunge il professor Rusconi – la scuola è stato prima il serbatoio per impiegare persone e da più di 10 anni è un serbatoio per fare cassa. E chi ci rimette sono gli studenti”.

E conclude: “C'è un preside del Lazio che ha una scuola con 500 studenti su 3 piani e con due bidelli. Se uno di questi ha la 104 oppure se è malato ne ho uno su 3 piani”.

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