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Roma
Siccità Roma, è davvero grave: il Comune pronto a chiudere i nasoni

La crisi idrica che ha colpito Roma è davvero grave. Da più parti arrivano grida d'allarme per la mancanza d'acqua - agricoltori e piccoli artigiani in testa - e il Comune della Capitale corre ai ripari pensando di chiudere i famosi nasoni. 

Anche per mercoledì 6 luglio il Comune ha diramato un’allerta meteo – da bollino rosso - per il grande caldo che colpirà la Capitale, mentre le piogge sembrano ancora un miraggio e la città si trasforma sempre più in un’area arida. La preoccupazione è che caldo più mancanza d'acqua dà come risultato il pericolo idrogeologico.

Siccità, il piano del Comune

Per l’assessore Segnalini la soluzione è quella di creare degli invasi – come spesso invocati dalla Coldiretti – per avere un bacino d’acqua a disposizione in casi d’emergenza. Ma probabilmente ci vorrà tempo prima che vengano realizzati e riempiti. "Vanno realizzati altri invasi perché non dobbiamo più disperdere l'acqua, per evitare il rischio idrogeologico, per sopperire alle carenze idriche quando abbiamo situazioni di siccità come questa”, ha detto l’assessore di Roma ai Lavori Pubblici, Ornella Segnalini, durante l'assemblea nazionale Anbi 2022 nella Capitale.

Segnalini ha poi annunciato l’avvio dei lavori per ammodernare le reti idriche capitoline, con un investimento totale di 190 milioni di euro. “La prima questione riguarda la perdita nelle proprie reti idriche assolutamente ineludibile e tramite Acea verranno investiti oltre 190 milioni di euro, 120 dal bilancio Acea e altri 70 speriamo di riceverli attraverso un bando del Pnrr: 180 chilometri di tubazioni verranno sostituiti e verranno installati sistemi di telecontrollo e monitoraggio in un'ottica di distrettualizzazione della rete".

"Io sono un assessore tecnico – ha aggiunto - e il sindaco il primo problema che mi ha posto è stato il dissesto idrogeologico. Sono convinta che vadano realizzati invasi come quello del Paglia". Ma sul tavolo c'è l'idea di chiudere le fontanelle cittadine, ma un vero e proprio piano ancora non c'è. "Stiamo pensando alle 2800 fontanelle, i cosiddetti nasoni, di cui Roma è dotata, ma è una riflessione che andrà approfondita, perché sono essenziali per le persone più disagiate - ha spiegato - non tutto può essere fatto chiudendo le fontanelle, come fu fatto in passato".

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