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Roma
Terremoto, i controsensi del Lazio: la ricostruzione la pagano i terremotati

Case distrutte, vite spezzate e ora oltre il danno, la beffa. I terremotati devono fare i conti con la normativa vigente nella Regione Lazio che è l'unica che prevede costi altissimi a carico di chi ha subito gravi danneggiamenti alla propria abitazione. Come è prevedibile, questo scoglio sta rallentando in maniera catastrofica la ricostruzione delle zone colpite dal sisma.

 

Come spiega la vicepresidente dei Geologi Lazio Tiziana Guida: “Vige un regolamento per le autorizzazioni sismiche, che prevede indagini minime obbligatorie. Indagini che garantiscono sì uno standard elevato in termini di sicurezza e qualità degli elaborati prodotti, ma che, ai fini della ricostruzione di un edificio, prevedono un costo maggiore rispetto al contributo previsto dalle Ordinanze”.

Un esempio concreto aiuta nella comprensione di ciò che sta accadendo ai terremotati del Lazio: “Un immobile di 150 metri quadri con un danno medio riceverà un contributo per la ricostruzione di circa 135mila euro, il contributo per le indagini massimo è del 3%, quindi 4mila euro, mentre le indagini da eseguire, perché il progetto ottenga l’autorizzazione sismica ai sensi del Regolamento regionale dai competenti uffici dei Geni Civili, costeranno 9mila euro. In questa situazione, quindi, il proprietario di quell’immobile dovrà contribuire con diverse migliaia di euro affinché la progettazione della sua casa possa andare avanti: soldi che i cittadini spesso non si possono permettere, figuriamoci chi ha visto la propria abitazione sgretolarsi a causa del terremoto. E questo accade solo nel Lazio, l’unica regione ad avere questo tipo di regolamento”, spiega Guida.

Intervenuti al convegno “30 ottobre 2016 - Magnitudo 6.5: il punto dei Geologi a un anno dal sisma”, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi e dall’Ordine dei Geologi delle Marche presso l'Auditorium Monsignor Silvano Montevecchi di Ascoli Piceno, i Geologi del Lazio hanno presentato la tragica situazione della Regione e chiesto di trovare soluzioni per superare l'impasse.

“Abbiamo proposto un tavolo con tutti gli enti preposti affinché si giunga ad una soluzione concreta e definitiva del problema”, dice Guida che chiarisce che durante la discussione si è giunti a un accordo riguardo all'esigenza di operare una corretta programmazione urbanistica del territorio, che sia rispettosa dei delicati equilibri naturali presenti, e sulla necessità di sensibilizzare ed educare società civile e istituzioni al principio della prevenzione.

 

 

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