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Roma
Smog, fertilità maschile dimezzata: l'inquinamento uccide gli spermatozoi

Negli ultimi 30 anni il numero di spermatozoi presenti nel liquido seminale si è ridotto della metà: questo ha portato a un dimezzamento della fertilità maschile. La prima causa del calo è l'inquinamento.

 

Secondo alcune ricerche, infatti, i motivi per cui gli uomini non riescono a procreare non sono soltanto legati a fattori genetici o all’età. Hanno grande rilevanza i fattori esterni come appunto l'inquinamento, ma anche l'alimentazione, l'assunzione di alcol e il fumo. Addirittura le aree geografiche in cui un uomo vive e il suo lavoro possono determinare il numero di spermatozoi presenti nel liquido seminale.

Nel 60% dei casi, comunque, il dimezzamento della fertilità maschile è provocato dall'esposizione ad agenti inquinanti.

Gli uomini vengono colpiti soprattutto delle polveri sottili, le cosiddette pm10. Le donne invece sono maggiormente soggette ad un abuso o ad un uso poco attento di alcuni farmaci, come l’ibuprofene, un noto antinfiammatorio. Ma ci sono anche elementi di tossicità, che interessano entrambi i sessi: ad esempio negli alimenti o nelle bevande possono essere presenti sostanze altrettanto dannose, a partire dalla stessa plastica che quotidianamente viene usata nel confezionamento.

Le bottiglie di acqua minerale e le taniche lasciate al sole nei magazzini, rilasciano sostanze che sono a base di estrogeni sintetici, che minacciano la fertilità maschile.

“Anche la geografia può condizionare la fertilità – aggiunge il Dottor Luca Gianaroli, Direttore Scientifico di S.I.S.Me.R. (Società Italiana Studi di Medicina della Riproduzione) - Ad esempio l’alta temperatura influisce negativamente, soprattutto nell’uomo, come accade nei Paesi Arabi. Per quanto riguarda l’Italia, invece, non ci sono aree geografiche più a rischio, ma emergono attività, stili di vita e professioni maggiormente interessati da queste problematiche. Tra i lavoratori più esposti ci sono per esempio i cuochi, spesso a contatto con fonti di calore, ma anche tutti quegli operai che lavorano presso le fonderie o quelli esposti a radiazioni”.

Occorre, inoltre, prestare attenzione all’alimentazione: una dieta sana può comportare un miglioramento in termini di fertilità, soprattutto nell’uomo. Anche nella donna la dieta ha un ruolo importante, ma non così rilevante rispetto all’età e ad alcune malattie.

Nonostante quello che si legge spesso sul web, non esistono alimenti “miracolosi” che stimolano la fertilità. Tuttavia, un’attenzione nei confronti del mangiar bene può comunque avere un'influenza positiva.

“La famosa dieta mediterranea è sempre il regime alimentare migliore, se seguito in maniera equilibrata e bilanciata - spiega il dottor Gianaroli - Secondo un recente studio le donne sottoposte a tecniche di concepimento assistito che seguono questa dieta, hanno maggiori possibilità di avere una gravidanza. Ci sono alimenti che, in via indiretta, possono migliorare le performance della fertilità: dalle verdure ai broccoli, tutto ciò che è antiossidante permette migliori risultati in questo senso”.

Per le donne, comunque, è l'età l'ostacolo maggiore al concepimento. A causa di lavoro o motivazioni economiche, negli ultimi anni le coppie hanno iniziato a ritardare la data del primo figlio.

“Si tratta di un problema gravissimo, perché sappiamo che già a 30 anni il patrimonio follicolare di una donna è ridotto di oltre il 50%; a 35 anni rimane solo il 20%; a 40 si riduce al 5%”, spiega il professor Luca Mencaglia, Medico Specialista in Ginecologia e Ostetricia e Direttore Unità Operativa Complessa Centro PMA USL sud-est Toscana.

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