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Roma
Stadio As Roma, M5S fratelli serpenti. Gli “irriducibili” alla Corte dei Conti

M5S, fratelli serpenti. E il nuovo Stadio della Roma di Tor di Valle rischia di impanarsi a poche ore dalla scadenza del 6 agosto, giorno in cui il progetto numero 2 dovrebbe ottenere il parere delle Amministrazioni coinvolte sulla delibera del Consiglio Comunale e – forse – approdare alla Conferenza dei Servizi numero 2, oppure avere il semaforo verde per i cantieri.


Proprio dal cuore del Movimento, da coloro che avevano partecipato alla sacralità della redazione del programma elettorale, arriva lo schiaffo in pieno volto al sindaco e alla Giunta. Lo firma Francesco Sanvitto, l'architetto mullah, contrario allo stadio e contrario alle manovre urbanistiche che hanno predisposto l'iter della legge sugli Stadi, che trasmette alla Corte dei Conti un esposto denuncia che arricchisce il copioso dossier dei contrari.

Sanvitto, da sponsor della prima ora del Movimento, ormai è una spina nel fianco di sindaco e Giunta e ha prodotto un carteggio voluminoso con il quale chiedei ai magistrati contabili di valutare ogni tipo di danno erariale che potrebbe sorgere, non solo dai cantieri prossimi venturi, ma anche da tutti gli atti compiuti dal Campidoglio, successivi alla prima delibera di Pubblica Utilità della Giunta di Ignazio Marino.
Più che una “bomba” su Tor di Valle, la “memoria-denuncia” dell'urbanista Sanvitto è un siluro sulla Giunta comunale, sullo Stadio di Tor di Valle e sull'As Roma e sui tifosi e apre uno “squarcio” in quella he secondo le intenzione di Virginia Raggi doveva essere la corazzata che avrebbe dovuto far dimenticare alla città le indecisioni dell'azione di governo.
Scrive Sanvitto nella denuncia ai magistrati contabili: “... di effettuare un'indagine quanto più sollecita possibile e l'acquisizione e il sequestro di tutta la documentazione relativa all'individuazione del sito di Tor di Valle.... effettuare altresì un'indagine prima ce si attui la variante al Piano Regolatore e se nel caso di specie possa determinarsi un illecito arricchimento del proponente privato a discapito dell'Amministrazione pubblica, e, infine, di verificare se sia lecito luso di quanto dovuto all'erario pubblico per l'acquisizione dei terreni che il proponente dovrebbe cedere gratuitamente al Comune per la dotazione standard pubblici di verde e parcheggi”.

Insomma, per gli esponenti del Movimento Cinque Stelle, lo stadio è come un Tela di Penelope: la Giunta di giorno tesse la trama, gli attivisti ogni notte sciolgono il filo e lo riavvolgono. O almeno ci provano. Un grande segno di armonia tra gli eletti e la base.

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