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Roma
Stadio Roma al bivio. De Vito dai pm, l'ex M5S Grancio avverte: “Sarà guerra”

di Massimiliano Martinelli

Marcello De Vito davanti ai pm, il patteggiamento dei fedelissimi di Parnasi e la “giravolta” del Movimento 5 Stelle romano sul progetto di Tor di Valle. Stadio della Roma al bivio, è corsa ad ostacoli fino al voto sulla Variante. L'ex grillina Cristina Grancio torna sulle cause dell'esclusione dal Movimento e promette ancora guerra in Aula: “La battaglia è appena iniziata”.

 

O sarà Variante o morte. L'amministrazione M5S procede spedita sul progetto stadio con l'obiettivo di portare la Variante in Aula entro l'estate, ma all'orizzonte c'è il doppio ostacolo giudiziario; l'ex presidente del consiglio comunale De Vito pronto a parlare giovedì davanti ai pm e il patteggiamento di alcuni fedelissimi del costruttore Luca Parnasi. Infine, l'ennesima "bomba" normativa del fronte del No. Corsa ad ostacoli fino al voto d'aula, ad Affaritaliani parla la consigliera ex M5S, ora gruppo misto, Cristina Grancio, tra i contrari della prima ora al progetto.

 

Consigliera partiamo dall'attualità. Fuori le periferie sono in mano all'estrema destra, in aula si litiga. Roma è davvero fuori controllo?

“Si, diciamo che anche dal punto di vista dei lavoratori è sempre quella l'aria che tira. Ad esempio, nel caso di Roma Multiservizi la politica continua a non assumersi nessuna responsabilità, nemmeno quella di fare presenza. Nelle riunioni c'è sempre Giampaoletti come facesse le veci della sindaca, ma è lì come parte tecnica. La sindaca prende in giro i lavoratori, l'impressione è che non si è neppure ascoltati. I lavoratori di Roma Multiservizi non riescono in nessun modo a dialogare, è la parte politica in primis che dà loro buca. Il timore ora è ovviamente quello del licenziamento”.

L'impressione è che questa amministrazione viva alla giornata, limitandosi a restare a galla

“Loro hanno assolutamente perso la visione a lungo termine della città, hanno perso contatto con quello che erano all'inizio. Anche con difficoltà, bisognava andare avanti con la linea originaria del Movimento. Invece hanno virato, con l'arrivo di Lanzalone, portano il gruppo verso l'esterno, facendo virare Roma su tanti fronti”.

Si tratta di una linea politica calata dall'alto?

“Qualcosa ha fatto sicuramente fatto virare il Movimento, ma forse pensandoci bene in realtà era già tutto scritto. Forse doveva andare così. Si sono stati fatti fuori i tavoli, gli attivisti, chiusa ogni forma di partecipazione, ci si è arroccati dentro il Campidoglio. Per andare non si sa verso dove, visto l'andamento attuale direi verso un muro. E loro stessi sono un muro di gomma, chiuso, blindato per comitati, associazioni e per gli stessi militanti”.

Capitolo stadio. La notizia è che qualcuno dei dipendenti di Parnasi ha chiesto il patteggiamento

“È una prima presa d'atto, se si arriva a patteggiare si ammette che la Procura ha lavorato e lavorato bene. È ovvio che anche questo aspetto è dirimente per capire cosa è successo in quell'ambito. Io, se sono innocente, non patteggio. Ora vedremo cosa accadrà”.

E giovedì parla De Vito...

“Sì e siamo curiosi di capire cosa ha da dire. La lettera che ha mandato ai consiglieri mi ha lasciato basita. Fa quasi tenerezza, se aveva qualcosa da dire a qualcun altro poteva dirlo, ma così...”.

La delibera Grancio-Fassina è stata fin qui sempre bocciata nelle varie commissioni, come si procede ora?

“La nostra posizione è sempre la stessa, noi abbiamo tentato di sviscerare parte di quelle problematiche che riteniamo imprescindibili per andare avanti. Oggi abbiamo affrontato  il tema del rischio idrogeologico, che si basa sul parere di un dirigente dell'Urbanistica, Graziani, e sul lavoro dell'ingegner Pacciani, che sostengono come per poter votare la Variante sia prima necessaria la messa in sicurezza dell'area. Per la costruzione dello stadio il rischio deve essere prima essere declassato, da 'R4' ad 'R2'. Solo dopo tutta la procedura, si può andare in Variante. La battaglia è tutt'altro che chiusa, è appena cominciata”.

È il motivo per cui con l'ippodromo il rischio non esisteva?

“Certo. Il peso strutturale di un ippodromo non è quello di uno stadio con business park. È come mettere una paperella e un mattone dentro una bacinella d'acqua: la paparella galleggia, il mattone no. Certo, si può intervenire sulla 'bacinella', ma è inutile continuare a costruire dove la natura ti dice di non farlo”.

Tra le fila della maggioranza si pensava di ridiscutere il pubblico interesse dell'opera. Cosa è cambiato secondo lei?

“Questa è una cosa che sinceramente non comprendo. Ridiscutere la pubblica utilità per dimostrare cosa? Che non sono stati condizionati? Oggi ho sentito parole assurde del consigliere M5S Calabrese durante la commissione, che mi incolpava per la questione stadio. Ha detto che loro sono andati avanti,  con il progetto per colpa mia. Come fosse una ripicca nei miei confronti. E che a causa dei miei atteggiamenti mi hanno dovuto buttare fuori. Sono rimasta basita, non sanno più cosa raccontarsi”.

Usando una forzatura, si potrebbe dire che forse si sentono la coscienza sporca?

“Sì”.

Il sindaco Raggi si dice però convinto che la Variante arriverà in Aula a breve

“Non la trovo fattibile dal punto di vista normativo. Non perché lo dico io, ma perché è quanto scrive l'ingegnere Pacciani. Il vincolo idrogeologico si sapeva, non è emerso all'improvviso. Farà venir meno la possibilità di andar subito in Variante, almeno non prima delle opere necessarie all'adeguamento. In quell'area non si può realizzare ora come ora una cubatura come quella dello stadio. Il progetto è un cane che si morde la coda”.

La maggioranza si può spaccare?

“Certo, l'Interesse Pubblico del vincolo idrogeologico è sovraordinato al piano regolatore. Lei ci andrebbe in Aula a votare una cosa che prevarica l'interesse pubblico? Se poi la Variante sarà approvata senza adeguamenti ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Io ho sempre fatto questo, ho cercato di far aprire gli occhi su queste questioni, sulle legittimità”.

Possiamo quindi rassicurare chi pensa che dietro il suo ostruzionismo nei confronti dello stadio ci sia una “vendetta” contro l''M5S?

“Io non ho un atteggiamento ostruzionistico, non è ostruzionismo andare a verificare correttezza delle procedure. È sempre stato così fin dall'inizio. Eravamo d'accordo su questo: no alle Olimpiadi, no allo stadio a Tor di Valle. Su questo ruotava il programma elettorale, ma poi è arrivato Lanzalone...ora, se loro pensano così vuol dire che sono disposti a passare passare sopra la legittimità. Citando un motto caro al Tavolo della libera Urbanistica: 'Bisogna capire qual è il tonno prima di aprire la scatola'”.

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