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Roma
Stadio Roma, esplode la rivolta contro Raggi: "Annullare l'interesse pubblico"

Stadio Roma, esplode nuovamente la rivolta contro il sindaco Virginia Raggi e contro il progetto di Tor di Valle. Caos sui pareri dell'Avvocatura capitolina “segretati” dal Campidoglio riguardanti la possibilità di dire di “no” alla costruzione dell'impianto senza dover pagare alcuna penale: chiesto l'annullamento dell'interesse pubblico.

 

E così, dopo l'articolo di Repubblica di martedì mattina in cui si esplicitano i possibili effetti legali di un eventuale ritiro della pubblica utilità alla delibera che avviava l'iter del progetto dello stadio dell'As Roma in quel di Tor di Valle, il Campidoglio prova a fare chiarezza con una nota: “L’Amministrazione di Roma Capitale non ha mai 'segretato' alcun parere dell’Avvocatura capitolina sulla realizzazione dello stadio di Tor di Valle. Tutti gli atti sono stati visionati dai consiglieri che ne hanno fatto richiesta. Il parere risale al 17 febbraio del 2017 ed è stato classificato semplicemente come 'riservato' dall’Avvocatura capitolina, in quanto attinente ad un possibile contenzioso”, si legge.

“Con due pareri successivi del 16 marzo del 2017 e del 20 marzo del 2017 – continua la nota – la stessa Avvocatura ha infatti ritenuto possibile la sola 'ostensione' dello stesso parere esclusivamente ai consiglieri che avevano fatto richiesta di accesso agli atti in relazione al loro mandato. Infatti, tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, che lo hanno richiesto hanno avuto la possibilità di visionare liberamente il documento. Quindi non esiste alcun 'parere segreto' sugli atti per la realizzazione dello stadio di Tor di Valle”.

La riservatezza comporta che il parere sia esclusivamente consultabile dai consiglieri negli uffici e che non possa esserne fatta una copia. Viene automatico chiedersi perché i consiglieri che hanno letto il parere non ne abbiano parlato: questo silenzio potrebbe essere stato necessario per evitare ulteriori bufere intorno alla figura del sindaco M5S.

Grancio e Fassina vogliono l'annullamento dell'interesse pubblico

“Ora è evidente perché la Sindaca decise di secretare il parere dell’Avvocatura del Campidoglio: voleva continuare a spaventare i consiglieri della sua maggioranza con lo spettro delle penali. L’annullamento dell’interesse pubblico era possibile, come richiesto dalla proposta di delibera Grancio-Fassina, e dal parere pro-veritate meritoriamente richiesto dal gruppo M5S della Regione Lazio. Non esiste alcun diritto acquisto dei proponenti lo confermava anche il parere dell’avvocatura comunale secretato dalla sindaca. Sapevano, quindi, di poter andare in annullamento ma per ragioni, tutte da chiarire anche da parte della magistratura contabile, la maggioranza 5S in Campidoglio non ha voluto vedere”, dichiarano i consiglieri capitolini Cristina Grancio e Stefano Fassina.

“Ora è in campo la magistratura, ancora una volta scelte politiche responsabili sono state relegate a mero fatto giudiziario. Sindaca non si governa Roma con i sotterfugi – aggiungono i consiglieri – soprattutto da parte di una forza politica che ha fatto della trasparenza e legalità la sua bandiera identitaria. Ora l’Assemblea Capitolina, in tutte le sue componenti di maggioranza e opposizione, è in grado di fare la scelta giusta, procedendo all’annullamento dell’interesse pubblico, come da noi proposto”, concludono.

Per l'M5S Cacciatore il progetto di Tor di Valle è insostenibile

“Lo avevamo detto solo pochi giorni fa: l’amministrazione capitolina avrebbe potuto tranquillamente archiviare Tor di Valle, un progetto insostenibile sia per le casse pubbliche e per la vivibilità del territorio. Adesso ne abbiamo la conferma, come dimostra il parere dell’Avvocatura rivelato oggi da organi di stampa”. Così il pentastellato Marco Cacciatore, Presidente Commissione X Urbanistica, Politiche abitative, Rifiuti Regione Lazio che aggiunge: “Quando il M5S, urla 'onestà', come ha fatto giustamente nella piazza di sabato scorso, dovrebbe pretendere distanza da insediamenti insostenibili e da chi li propone. Ricordo come all’epoca dell’approvazione del progetto, sia l’allora consigliera comunale Raggi che Beppe Grillo più volte si erano schierati contro l’opera, negando con forza che si trattasse di una priorità per la Capitale”.

Per Cacciatore “oggi l’impatto per il territorio del progetto Tor di Valle è tutt’altro che ridotto, nonostante il dimezzamento delle cubature. Così anche l’impatto sulla viabilità che gli esperti del Politecnico di Torino definirono 'catastrofico', salvo poi rivedere la posizione solo a fronte dell’impegno di Roma Capitale a dare priorità a quel quadrante sul piano della mobilità”.

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