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Roma
Stadio Roma, il fronte del No all'assalto finale. Nel mirino Raggi e Stefano

di Fabio Carosi

Stadio Roma, dopo l'arresto di Marcello De Vito è scontro aperto tra i fuoriusciti Cinque Stelle del Tavolo della Libera Urbanistica e la nuova accoppiata Virginia Raggi ed Enrico Stefano, sostituto di Marcello De Vito alla guida del Conisglio Comuinale di Roma.

Le ultime dichiarazioni del sindaco, “Se tutto sarà ok, il progetto non si fermerà e andrà avanti”, scatenano l'ira dell'unico fronte contrario al progetto di Tor Di Valle che dalla battaglia è pronto a scatenare la guerra finale: quella in cui chiamerà i magistrati a rivedere tutte le carte dell'iter “per valutare se sono stati calpestati i diritti della democrazia rappresentati nelle leggi urbanistiche dello Stato”. Chi parla è l'architetto Francesco Sanvitto, già consulente del Movimento pre-elezioni e ora al Tavolo della libera Urbanistica nel quale siedono una serie di associazioni cittadine e di quartiere da sempre contrarie allo stadio a Tor di Valle.

Architetto Sanvitto, il sindaco Raggi ripete come un mantra che se tutto è ok lo stadio si farà, cosa ne pensa?
“Ahahah, ci mancherebbe altro, stanno arrivando tuti nodi al pettine, anzi sono arrivati e ora arriverò il pasticcio finale. E' la famosa “variante”, tutti hanno fatto finta di non leggere bene le norme di legge della legge sugli stadi che ha come soggetto il progetto dell'impianto e quindi permette deroghe per cubature e destinazioni d'uso al permesso a costruire che è sì un atto dovuto e quindi l'adozione della Regione vale come adozione di un progetto a costruire in deroga al Prg. Guarda caso il progetto B (quello con lo stadio e i 100 mila metri quadrati) quando l'hanno presentato al Comune, l'Amministrazione ha imposto le opere pubbliche e il proponente si è fatto i conti e ha detto che ce ne vogliono 200 mila metri quadrati e hanno preso terreni publici e dei vicini per ampliare i porgetto. E hanno così presentato il secondo progetto che non era più un progetto edilizio ma un piano particolareggiato in variante al piano regolatore. Il soggetto è ora una variante generale di Prg tant'è che quando hanno fatto il “finto progetto definitivo” hanno presentato addirittura una variante generale di Prg. La variante al Prg non è un atto dovuto ma un atto che dipende dalla discrezionalità del Consiglio Comunale e sono quindi scelte che riguardano tutta la città. Ed è legge dello Stato”.

Quindi?
“Quindi quando il neo presidente del Consiglio Comunale, Enrico Stèfano, dichiara che l'approvazione della variante è un atto dovuto, come se l'approvazione i proponenti l'avessero già in tasca, sta facendo un grande favore a qualcuno”.

Secondo lei Enrico Stèfano prosegue il lavoro iniziato da De Vito?
“Stefano sicuramente era un ragazzo ubbidiente. Se dicono queste cose l'impressione potrebe essere questa. Sono loro che dicono questo, travisano legge. Se poi lo fanno per ignoranza, incompetenza, stupidità o per fare favori ce lo devono dire loro”.

E come tavolo dell'Urbanistica cosa farete?
“Noi siamo più il tavolo dell'Urbanistica, ora abbiamo con noi comitati di cittadini e comitati di quartiere. Ora vogliamo chiarezza. Ci troviamo di fronte a una legge interpretata male. Una variante è stata adottata da una struttura tecnica e non da un consiglio comunale e verrà portata all'approvazione dal Consiglio, stravolgendo i concetti dell'Urbanistica. Si chiama furbanistica: il Consiglio dovrebbe adottare una proposta e la legge vieta che le variante venga proposta da privati. La Regione non ha fato niente, solo ha adotatto una variante di Prg. Viene da ridere, la deve adottare il Consiglio Comunale e la redigono gli uffici tecnici del Comune”.

Facciamo la sintesi: il privato si è sostituito al Comune?
“Di fatto sì, proponendo una variante al Prg invece di proporre un progetto edilizio”.

Come vi opporrete?
“Queste illegittimità devono essere portate davanti ai pubblici ministeri che devono decidere se sono stati calpestati i diritti della democrazia rappresentati nelle leggi urbanistiche dello Stato”.

Dopo tutto il travaglio che c'è stato, perché il Comune insiste tanto?
“Bella domanda. I consiglieri comunali, almeno quelli in contatto con noi, il sindaco e lo stesso De Vito erano informati sulla procedura sbagliata, Probabilmente si fanno consigliare da tecnici vicino a interessi diversi da quello pubblico”.

Voi siete contrari allo stadio o a questo stadio?
“Noi non siamo contrari allo stadio, siamo contrari alla localizzazione evidentemente sbagliata. Siamo contrari agli imbrogli per fare lo stadio. Esistono tante aree adatte a mettere uno stadio invece hanno scelto un'area adatta a risolvere i problemi economici di una banca e di una società di immobiliaristi”.

Prossimi passi?
“Porteremo in tour i cittadini sull'area per spiegare le problematiche. E poi una grande manifestazione alla quale chiameremo anche i tifosi per spiegare che noi non siamo contrari a nessuno stadio. Ma solo allo stadio dei furbi. E poi stiamo organizzando gli Stati Generali sull'uso del territorio perché il problema di roma non è lo stadio, ci sono gli ex Mercati Generali, l'ex Fiera di Roma. La nostra è una città ridotta a spezzatino da interventi da soliti noti. Servono migliaia di piccole opere non una grande opera. E i tifosi quando avranno capito saranno al nostro fianco, perché prima di essere romanisti sono romani”.

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