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Roma
Stadio Roma: “Inutile, basta ristrutturare l'Olimpico”. Il progetto Cremonesi

di Fabio Carosi

Stadio della Roma a Tor di Valle, Giancarlo Cremonesi pensa che sia inutile…lì ed in qualsiasi altro posto della città.

Stadio della Roma a Tor di Valle ma anche in qualsiasi altro posto della città: c'è chi pensa sia un'opera inutile. E chi lo dice è Giancarlo Cremonesi, manager di lungo corso, con un passato intenso al sindacato dei costruttori, quell'Acer che fino a pochi anni fa avrebbe fatto (quasi, ndr) carte false per avere un'area da valorizzare e cementificare.

Quella di Cremonesi è una confessione quasi estorta e “intercettata” durante una colazione di lavoro in un locale di via delle Murate con il tavolo accanto a quello dei commensali occupato da Luigi Cantone. Cremonesi è a tavola con alcuni amici, tra cui un lobbista e un esperto di comunicazione con un passato da cronista di punta di un importante quotidiano romano. Parlano a voce alta, quando ad un certo punto del dibattito sul presente di Roma e sul futuro soprattutto politico, la vicenda dello Stadio emerge prepotentemente. Cremonesi non ha dubbi: solleva un bicchiere di acqua liscia e spiega ai presenti la posizione: “Uno stadio nuovo non serve a niente e non serve a niente uno stadio della Roma a Tor di Valle e uno per la Lazio chissà dove. Non serve consumare suolo, serve solo il coraggio della verità e affermare che a Roma uno stadio c'è: si chiama Olimpico e va solo tolto al Coni, cioè venduto alle due società che possono gestirlo tranquillamente in tandem secondo il calendario. Poi se proprio c'è bisogno di fare lavori, basta dare qualche cubatura minima per sostenere gli oneri di ristrutturazione e adeguare parcheggi e qualche negozio dedicato ai brand”.

Per un personaggio cresciuto a calce e mattoni, il no allo Stadio ha del clamoroso. Ma Cremonesi insiste sulla sua teoria dell'inutilità. Ai commensali ripete: “Guardare le presenze di Roma e Lazio nell'ultimo anno. Serve costruire uno stadio da 50 mila spettatori per chi a 50 mila ci arriva solo negli eventi clou del calendario? No,basta adeguare lo stadio che c'è e ripensare la mobilità, magari potenziando il tram che arriva a piazzale Flaminio e aggiungere altre infrastrutture”.

A chi gli fa osservare che l'Olimpico ha bisogni di lavori urgenti e che la pista di atletica riduce la visibilità al minimo soprattutto dalle curve, Cremonesi replica: “La posta di atletica la togliamo, avanziamo gli spalti e l'Olimpico diventa un gioiello. Bastano pochi mesi di lavori per restituire a Roma uno stadio perfetto senza stravolgimenti, iter della legge sugli stadi, varianti urbanistiche e altre diavolerie. Si può fare e si dovrebbe fare”.

Ultimo ostacolo, i vincoli delle soprintendenza che impediscono ogni progetto. “Li abbiamo superati con i Mondiali e non sono un ostacolo. Poi le Soprintendenze: basta guardare in che stato sono i mosaici intorno alla fontana del Globo e la stessa fontana per capire che i conservatori dei beni culturali e architettonici hanno la testa altrove”.

Da uno dei commensali arriva la domanda finale: “Ma tu se fossi sindaco lo proporresti? Se fossi sindaco io? Intanto me lo dovrebbero chiedere, poi valuterei bene perché gestire una città dopo la Raggi è un'impresa titanica E' tutto bloccato, tutto fermo. Sinceramente per passare alla storia, basterebbe rimettere in movimento l'ordinario e un programma su 3 punti: lavoro, cura dei servizi minimi come trasporti e decoro e riqualificazione. Poi farei vendere lo Stadio al Coni e lo rimetterei in ordine a tempo di record".

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