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Roma
Stadio Roma, mistero sul parere dei tecnici: “Il Comune evita il confronto”

di Cristina Grancio *

Il Dipartimento del PAU e la parte politica della Giunta Raggi quando si parla di stadio della Roma sembrano fare come gli allenatori più esperti, pretattica; gli arresti di Parnasi, De Vito avrebbero dovuto sollecitare maggiore trasparenza anche per tutti quei tifosi che attendono di sedersi in questo stadio.

Succede, invece, che sabato scorso in un articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica intitolato “Stadio Tor di Valle dai privati altri 18 milioni per opere pubbliche” si apprende con una narrazione quasi disincantata la beffa indirizzata ai Consiglieri capitolini tutti, secondo cui “la due diligence, la revisione dei tecnici capitolini sugli atti del progetto […]. il documento riservato di cui Repubblica è in possesso - e che i consiglieri 5S e di opposizione possono solo consultare, ripercorre tutto l’iter dell’opera in 79 pagine”. La notizia non è paradossalmente il contenuto della due diligence, vecchia quasi di un anno, ma il fatto che i consiglieri di maggioranza ed opposizione non possono acquisire copia del documento, ma solo prenderne visione, diversamente invece dagli organi di stampa.

Come è possibile che un documento così tecnico non possa essere nella disponibilità materiale dei Consiglieri Comunali? I Cinque stelle prima di insediarsi in Campidoglio parlavano della necessità della partecipazione dei cittadini e dei rappresentanti degli stessi come l’elemento di novità dei pentastellati, come un Karma e poi cosa è successo? Quando è che si ha bisogno di non essere trasparenti?

Procediamo con ordine: questo documento che ad ottobre compirà il suo primo anno di vita per quale motivo non sia stato portato prima all’attenzione quanto meno dei consiglieri di maggioranza, ma solo ora, che il tempo stringe, come avrebbe rappresentato il migliore Hitchcock, la mancanza di tempo a disposizione fa sentire il povero consigliere con l’acqua alla gola, soprattutto chi non è padrone delle materie più tecniche entra, per rimanere in ambito stadio, nel pallone allorquando deve entrare nel merito della valutazione che, invece, andrebbe soppesata ed analizzata in condizioni diverse. Allora quale è la partita che sta giocando questa giunta in questo stadio? Ricordiamo che ce ne è già stata una di partita giocata scorrettamente il cui esito, per ora, è stato l’arresto del Presidente dell’aula Giulio Cesare.

Come Consigliera ad ottobre scorso ho potuto leggere il predetto documento con le medesime modalità di una persona che cammina sul filo del confine della proprietà del vicino sorvegliato dal suo cane da guardia nell’attesa di un passo incerto, di uno sconfinamento per chiamare il padrone. Ebbi modo di leggere il documento nella stanza della direzione del Dipartimento PAU sotto lo sguardo vigile di una segretaria posta al mio fianco; modalità analoghe a quelle con cui mi fu permesso di leggere il “famoso” parere dell’avvocatura in materia, ovviamente, di stadio, che dava ragione a quei motivi che avrebbero permesso di annullare la delibera Marino senza alcun rischio per l’amministrazione.

Dell’ultimo documento letto con le modalità sopra descritte ho chiesto copie, perché ovviamente è inutile leggere 80 pagine senza potere averne la disponibilità materiale per poterlo studiare, ma la direttrice del Dipartimento PAU, Cinzia Esposito testualmente alla mia richiesta mi scriveva che “la due diligente relativa alla procedura è da considerarsi fra gli atti esclusi dal diritto di accesso o comunque oggetto di accesso differito”.

Come è possibile che, invece, le testate giornalistiche possono avere la disponibilità materiale dei predetti documenti? Evidentemente si fa confusione tra giocatori e spettatori. I Consiglieri Comunali sono coloro che scenderanno in campo, in Aula, perché si assumeranno la responsabilità di votare lo stadio, responsabilità anche politica, che, però, a questo punto visto il voltafaccia rispetto alle promesse elettorali del movimento ha perso di significato, rivestendo essenzialmente una responsabilità di altra natura, di danno erariale. Ci si dimentica che il Pubblico Ufficiale non è il giornalista ma il consigliere comunale eletto dai cittadini.

Perché non consentire allora ad un pubblico ufficiale di avere copia e studiare il contenuto della due diligece? Forse non è gradito un confronto tecnico, dialettico, o forse non vogliono essere messe in discussioni le costruzioni, le fondamenta dello stadio, tanto a lungo studiate negli uffici del PAU?

Anticipo che sarà mia cura presentare una nuova istanza di accesso agli atti per avere copia della due diligence e spero che qualche consigliere, magari di opposizione abbia la voglia, la curiosità ed interesse unitamente alla sottoscritta di capire qualcosa in più. Se, poi, riterrò lesi gli interessi per i quali ho ricevuto un mandato dai cittadini, non esiterò, come già successo, a farlo rivalere anche in Procura.

* Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo Misto

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