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Roma
Stadio Roma, prove di divorzio M5S. Iorio: “Ridiscutere l'interesse pubblico”

di Massimiliano Martinelli

Stadio Roma: M5S al bivio, prove tecniche di divorzio in casa Raggi. Doppia bocciatura per la delibera Grancio-Fassina sullo stadio della Roma, ma la presidente grillina della Commissione Urbanistica, Donatella Iorio, avverte: “Ipotesi ridiscussione del pubblico interesse”.

 

Un solo voto a favore per la Commissione Uffici Pubblici, cinque i contrari. Meno largo il divario all'Urbanistica, con tre voti favorevoli e sette contrari. Si conclude come previsto la riunione congiunta delle due commissioni sulla delibera di revoca del pubblico interesse. I grillini restano compatti davanti alla proposta del duo Grancio-Fassina, con l'ex M5S tra i più accaniti sostenitori della necessità di rivedere il progetto di Tor di Valle. Dopo lo slittamento del voto in Commissione Sport, la delibera, priva di valore vincolante, subisce quindi un netto stop. Ma paradossalmente, in soccorso del fronte del “No” potrebbe arrivare a sopresa una frangia interna all'M5S, che inizia a dare i primi segni di insofferenza.

Sulla delibera non pesa nessun elemento nuovo, non un irregolarità, nulla emerso di recente rispetto al passato. La “colpa” è però quella di esser stata portata in aula dall'ormai ex presidente del consiglio comunale De Vito, arrestato per corruzione ed esiliato dai compagni pentastellati. Un duro colpo dal punto di vista dell'immagine del Movimento, che però, secondo quando riportato dalla magistratura, non avrebbe in alcun modo influito sul processo dell'iter relativo allo stadio.

Rassicurazioni che non bastano a placare i malumori interni, con Donatella Iorio, presidente M5S della Commissione Urbanistica fresca di "no" alla delibera Grancio-Fassina, che ammettere in aula l'eventualità di rimettere ai voti l'interesse pubblico dell'opera: “E' un'ipotesi, una probabilità – dichiara – Non sarebbe per ridiscutere aspetti tecnici, ma per, al massimo, consolidare alcuni aspetti che potrebbero veder coinvolto il presidente De Vito”.

Nessun problema tecnico, quindi, solo la volontà politica di prendere più distanza possibile dall'ombra di Marcello De Vito. Con il rischio che il voto diventi un pretesto per la frangia “ribelle” del Movimento di affossare il progetto, l'alibi perfetto per l'"omicidio" dello stadio di Tor di Valle che una parte dei grillini romani, tra cui la capogruppo alla Regione Lazio Roberta Lombardi, aspettava da tempo.

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