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Roma
Sul red carpet di Venezia con Furore. Poi Elena Russo torna subito a teatro

Nome Elena. Cognome Russo. Stato civile: vedova perché nella fiction Furore ha ucciso il marito ed è riuscita a non farsi scoprire. Segni particolari: un Telegatto conquistato lo scorso anno che esibirà come trofeo lunedì prossimo al Festival di Venezia dove il genere della fiction avrà un “fuori concorso” e un passeggiata sul tappeto, perché anche il grande cinema prima o poi dovrà capire che le Fiction ben fatte sono arte. O quasi.


Sorriso smagliante, cuore napoletano e romana di adozione, la Russo è la prova che quando un attrice si mette in testa di scendere dal treno che trasporta gli aspiranti bravi, ci riesce: “Basta studiare, studiare e poi studiare ancora e fissare un obiettivo e lavorare per raggiungerlo, perché nell'arte più antica del mondo dopo la pittura, nulla  è casuale”.

Top secret il vestito che Elena Russo indosserà a Venezia, l'unica maglia che si apre è quella della stilista che ha lavorato di ago e filo: Gabriella Bolero. Poi la testa della Russo è a Venezia perché è con Furore che il personaggio di Sofia Fiore, la donna del sud che “sale a Roma” in cerca della vita, ha conquistato il suoi 4 milioni di telespettatori a puntata, sfidando chi le fiction le digerisce “solo in rete”.


Appena conclusa la passeggiata sul tappeto rosso, la Russo si ritufferà nel lavoro. Dal 12 al 15 ottobre sarà La Reggente, portando sul palco quella cattiveria dei boss malavitosi al femminile che solo il sapore sangue può alimentare. Di Fortunato Calvino, con la regia di Stefano Incerti e Salvatore Striano, Luigi Credendino, la Reggente sarà al teatro Brancaccino di Roma.

Ma chi è oggi Elena Russo?
“Una donna migliore rispetto al passato perché il tempo non deve solo costringere a contare le rughe. Sono più riflessiva e il bello della mia vita deve ancora venire. Basti pensare che in passato il red carpet non l'ho mai accettato perché volevo passeggiare on un mio film. Lo studio e il lavoro mi hanno fatto riscoprire la giusta umiltà che deve avere un'artista. Ci sono tropi diversivi che ti danno l'idea di essere “arrivata” ma non è così. Vado a Venezia fiera del mio lavoro e della mia fiction Furore”.

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