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Roma
Tamponi, la Regione chiede aiuto ai privati: D'Amato si arrende a Vincenzi

Coronavirus e tamponi, in Regione Lazio la spaccatura nel Pd è realtà: l'assessore alla Alessio D'Amato ed i suoi ideali socialisti si arrendono alla volontà di una parte del gruppo Dem alla Pisana guidata dal capogruppo Marco Vincenzi. La sconfitta del numero uno della Sanità regionale consegna la possibilità di effettuare i test rapidi anche nei laboratori privati.

La battaglia pubblico-privato va quindi ai laboratori d'analisi che mercoledì hanno visto realizzarsi la loro vittoria durante il tavolo tecnico tenutosi nella Direzione regionale Salute che ha esaminato il documento relativo al test rapido per l’identificazione “dell’antigene del virus SARS CoV-2”. Al tavolo si è deciso che verrà emanata una direttiva per procedere all’abilitazione al test rapido antigenico delle “strutture sanitarie private autorizzate all’esercizio per l’attività di diagnostica di laboratorio con settori specializzati per microbiologia virologia e immunologia” nel rigoroso rispetto delle procedure di contenimento, del corretto utilizzo dei dpi, e nella garanzia di percorsi separati, sul modello di quanto già accade per i test sierologici.

Per i test rapidi verrà inoltre indicata una tariffa calmierata di riferimento, 13,94 euro, che dovrà essere esposta al pubblico con l’impegno di prenderne atto. In caso di positività al test dovrà essere eseguito il tampone molecolare presso i drive-in regionali, che fanno riferimento alla rete regionale Coronet validata dall’Istituto Spallanzani, muniti del referto di positività al test antigenico, di tessera sanitaria e ricetta dematerializzata. Così come avviene già oggi per i test sierologici in fase di accettazione all’esame di laboratorio la struttura deve obbligatoriamente inserire sul proprio sistema l’identificativo individuale e fornire le credenziali per il ritiro del referto online. In caso di esito positivo dell’esame si deve obbligatoriamente contattare il proprio medico di medicina generale e il Sisp della Asl territorialmente competente per eseguire il tampone molecolare.

Una batosta per l'assessore D'Amato, sempre fedele al suo mandato di portare qualche soldo in cassa con i tamponi e di difendere il "modello Lazio" a tutti i costi, che nel giro di poche settimane è passato da “i test sono cosa della sanità pubblica” a “i test rapidi ai privati consentiranno di ampliare la rete di testing per screening”. Un cambio di rotta inaspettato, dovuto forse ad una imposizione arrivata dall'alto e dal pressing del capogruppo Pd in Consiglio Regionale che già iil 1 settembre scorso in Commissione regionale Sanità aveva detto: “Ci sono lunghe file nei Drive-in, si attende anche oltre il limite per avere il tampone. La Regione deve dare mandato al laboratorio di riferimento di svolgere questa ricognizione per individuare i laboratori con i requisiti per procedere nell’attività di test”.

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