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Roma
Tangenti per il cimitero di Ferentino: l'appalto gestito dalla Camorra

Tangente per poter costruire il cimitero del comune di Ferentino. Dietro un appalto di circa 6 milioni le mani della Camorra: minacce e aggressioni contro un imprenditore locale.

 

Sono accusati estorsione, aggravata dal metodo mafioso, i 5 arrestati dai carabinieri della Comapagnia di Tivoli, in manette appartenenti al clan camorristico e un esponente politico locale. Le indagini dei Carabinieri hanno fatto emergere come un pubblico amministratore locale, per convincere l'imprenditore tiburtino a pagare una ingente somma di denaro, in seguito all'appalto che si era aggiudicato per la costruzione e la gestione di loculi nel cimitero del comune di Ferentino, si era rivolto a personaggi contigui ad un clan camorristico di Napoli centro, stanziati a Roma. Questi ultimi, secondo gli investigatori, "hanno agito sfruttando la forza di intimidazione del clan, mediante l'uso di armi e persino mediante veri e propri raid nella sede dell'azienda".

Al centro del sistema che vede coinvolti mafia, politica e imprenditori, il consigliere comunale protagonista del tentativo di estorsione: "Pio Riggi è il vero artefice e ideatore della condotta estorsiva. Sebbene incensurato, il suo ruolo appare fondamentale: grazie a lui l'organizzazione camorristica fagocita un'impresa sana e l'asserve ai suoi desiderata". Questo quanto quanto scrive il gip Flavia Costantini nell'ordinanza cautelare in carcere firmata nei confronti del consigliere comunale di Ferentino e di altre quattro persone legati a clan della Camorra. "L'inserimento oramai pluriennale di Pio Riggi all'interno dell'amministrazione di Ferentino - si legge ancora nel provvedimento restrittivo - ne garantisce il concreto ed attuale pericolo di reiterazione di condotte anche per reati di P.A.; il concreto riferimento al cosiddetto stadio (l'appalto, che gli arrestati avrebbero affidato all'imprenditore vessato, per la costruzione di un nuovo impianto sportivo, come emerge dalle intercettazioni, ndr) dava la cifra degli interessi in gioco e della volonta' dell'amministratore di trarre un profitto personale anche dalla realizzazione di quell'opera con il concorso degli stessi coindagati".

 

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