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Roma
Tavolo per Roma, Calenda: “Si chiude. Raggi incompetente e arrogante”

“L'unica strada per evitare di continuare a sprecare tempo e risorse è quella di chiudere il tavolo. Evidentemente ritiene di non aver bisogno di aiuto”. Il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda manda a monte il Tavolo per Roma e attacca Raggi.

 

Il nocciolo della nuova disputa tra Campidoglio e Mise è quello dei fondi messi a disposizione dal governo e mai utilizzati dall'amministrazione Raggi per la città.

Un miliardo andato in fumo, secondo il ministro dello Sviluppo Economico, ossia uno spreco colossale nell'ottica di un progetto concertato tra Comune, Regione e Governo per rilanciare la Capitale, il Tavolo per Roma, appunto.

Nella giornata di mercoledì Calenda ha inviato una lettera al sindaco Raggi, per sottolineare l'”immobilismo” e la “mancanza di capacità realizzativa” della giunta M5S a fronte di un aiuto economico notevole.

Calenda sostiene di essersi trovato di fronte a "un combinato di incompetenza e arroganza fino ad oggi mai sperimentato". Il ministro non ha infatti digerito la risposta stizzita del sindaco Raggi alla missiva, che oltre ad affermare l'incoerenza di leggere una lettera a lei indirizzata prima sui giornali che di persona, ha dichiarato: “Mi stupisce, forse neanche tanto, che a due settimane dal voto si torni a promettere un miliardo per Roma, dopo cinque anni in cui il governo si è assolutamente dimenticato della Capitale. Se questo miliardo fosse vero lo avremmo inserito in bilancio, dove non posso inserire né parole né promesse".

Raggi, insomma, ha insinuato che la volontà partecipativa del governo e in specifico del Mise, altro non fosse che campagna elettorale.

Eppure gli incontri del Tavolo per Roma sono partiti mesi addietro anche se non certo in un clima rilassato tra Campidoglio e Mise. Nonostante questo, però, Calenda e Raggi avevano trovato modo di siglare un armistizio, dicendosi entrambi disposti a collaborare per il bene di Roma.

"Ho lanciato questo Tavolo su richiesta dei sindacati con spirito propositivo. Ho più volte dichiarato sin dall'esordio che i problemi di Roma vengono da lontano e che non sono imputabili all'attuale amministrazione. Oltre agli stanziamenti messi a disposizione dal Governo e dalla Regione il Mise ha dedicato un team di 20 persone per seguire i progetti del tavolo di lavoro", ha sottolineato Calenda.

"Dopo mesi scanditi da una totale assenza della sindaca e da proposte a dir poco stravaganti e richieste assurde formulate anche sulla base di errori di aritmetica, mi pare che non ci sia più alcun senso nel continuare questo lavoro - ha ribadito il ministro - Ho spiegato alla sindaca per iscritto e nel dettaglio a che punto sono i progetti del tavolo Roma e quali sono le tante inadempienze e ritardi del Comune invitandola ad un incontro ristretto con il Presidente Zingaretti. La risposta della Sindaca conferma che l'unica strada per evitare di continuare a sprecare tempo e risorse è quella di chiudere il tavolo. Evidentemente la Sindaca ritiene di non aver bisogno di aiuto. Speriamo per la città che sia così. Per parte mia non posso che rilevare il fatto che siamo di fronte a un combinato disposto di incompetenza e arroganza che fino ad oggi non avevo mai sperimentato. Andremo avanti, insieme la Regione, con i progetti per Roma che non dipendono dalla collaborazione con questa amministrazione".

Raggi è intervenuta su Facebook per chiarire il punto di vista della sua giunta: "È bastato chiedere contezza del miliardo annunciato e mai stanziato dal MISE per scoprire che quello di Calenda è soltanto un bluff pre-elettorale. Per Roma, il Tavolo va avanti. Tutti siamo utili, nessuno è indispensabile: far finta di non capirlo è la vera arroganza. È scorretto prendere in giro con false promesse i cittadini e le aziende soltanto per qualche titolo di giornale. Chi realmente vuol impegnarsi, lavora in silenzio. Il Comune ha partecipato a più di 60 incontri con il Mise senza fare tanta pubblicità. Sottolineo che, invece, nel corso delle ultime settimane il Mise è passato con estrema disinvoltura dall’annunciare di voler assegnare tre miliardi di euro a Roma, poi è sceso a due; questa mattina ne ha promesso uno e nel pomeriggio, indispettito, ha deciso di toglierli tutti. Fondi che, alla prova dei fatti, sembrano non esistere".

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