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Roma
Telefonate Buzzi De Cataldo: il giudice scrittore si salva dal trasferimento

Giancarlo De Cataldo e le telefonate con Salvatore Buzzi: il giudice scrittore che dopo lo storico processo alla Banda della Magliana con i suoi libri ha ispirato la serie di Romanzo Criminale resta al suo posto. Il Consiglio Superiore della Magistratura ha detto no all'avvio della procedura di trasferimento per incompatibilità funzionale nei suoi confronti.

Nel dettaglio la Prima Commissione del Csm, nell'ambito della pratica aperta nei mesi scorsi sulle telefonate intercorse tra il magistrato e Salvatore Buzzi, uno dei principali imputati al processo Mafia Capitale, ha infatti bocciato, a maggioranza, la proposta avanzata dalla togata di Unicost Maria Rosaria San Giorgio, relatrice della pratica, di avviare la procedura di trasferimento: l'incompatibilità funzionale avrebbe portato De Cataldo, consigliere presso la Corte d'assise d'appello della Capitale, a fare il giudice nel settore civile. A favore dell'avvio della procedura, oltre alla relatrice, si sono espressi il togato di Magistratura Indipendente Lorenzo Pontecorvo e il laico di centrodestra Pierantonio Zanettin, mentre hanno votato contro il presidente della Prima Commissione, Renato Balduzzi (laico di Scelta civica), e i togati di Area, Antonello Ardituro e Piergiorgio Morosini, secondo cui non vi sono i presupposti per una situazione di incompatibilità.

Della questione, molto probabilmente, la Prima Commissione tornerà ad occuparsi solo in nuova composizione, dato che in queste settimane ci sarà il rinnovo di tutte le Commissioni del Consiglio superiore della magistratura, come accade con scadenza annuale. E' possibile che, dunque, sarà formulata una proposta di archiviazione di questa pratica, ma non è affatto escluso che si decida di effettuare ulteriori atti istruttori.

La pratica sulle telefonate tra Buzzi e De Cataldo era stata aperta nello scorso marzo sulla base di una richiesta avanzata dal togato di Autonomia&Indipendenza Aldo Morgigni al Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli, che l'aveva assegnata alla Prima Commissione.

De Cataldo era stato sentito in audizione al Csm, dove aveva sottolineato di non avere "nulla da nascondere" e ribadito la correttezza del proprio operato. Anche il presidente della Corte d'appello di Roma, Luciano Panzani, sentito dall'organo di autogoverno delle toghe sulla vicenda, aveva affermato che, a suo parere, non vi fossero profili di incompatibilità riguardanti De Cataldo.

 

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