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Roma
Truffa col Bancoposta ad associazione medici. Direttrice di Poste arrestata

La Polizia Postale e delle Comunicazioni è riuscita a neutralizzare un gruppo dedito al riciclaggio e truffa ai danni di un’associazione romana di medici, attraverso il Bancoposta e una direttrice di un ufficio postale.

 

 


A carico di 13 soggetti, sulla base delle risultanze investigative raccolte dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale capitolino, su proposta del Pubblico Ministero della locale Procura, ha emesso altrettante misure cautelari: 6 dei 13 soggetti sono stati arrestati, tra i quali uno già detenuto, perché arrestato nel 2015 dagli stessi operatori della Specialità per reati in tema pedopornografia online. Altri 4 sono stati destinatari di obblighi e divieti vari. 3 di loro si sono resi irreperibili.

Il gruppo, composto da 11 italiani e 2 rumeni, dei quali la metà di sesso femminile e quasi tutti pregiudicati, era riuscito a sottrarre circa 500.000 euro dal conto Bancoposta dell’associazione, grazie anche alla complicità della direttrice di un Ufficio Postale e di alcuni impiegati di Poste Italiane.
Grazie alle accurate indagini, ed al prezioso supporto fornito da Poste Italiane, gli investigatori sono risaliti al modus operandi del gruppo, che prevedeva l’illecita acquisizione dei dati relativi al conto dell’associazione tramite ripetute attività di accesso informatico abusivo al sistema informatizzato di Poste, facilitato anche dalla complicità di dipendenti “infedeli” dell’azienda.
I dati così ottenuti venivano comunicati ad altri membri del gruppo, che provvedevano ad effettuare una serie di operazioni postali sul conto corrente dell’associazione, qualificandosi presso sportelli postali come medici legittimati a operare su tale conto avvalendosi, in caso di difficoltà, della provvidenziale copertura da parte della Direttrice di un importante ufficio postale della capitale.
Per questi fatti la donna è stata licenziata. L’attività prevedeva passaggi intermedi di polverizzazione dell’ammontare attraverso la falsa retribuzione di servizi in favore di società fittizie nella disponibilità del gruppo, nonché una miriade di ricariche di Postepay ed emissioni di vaglia circolari in favore degli stessi membri, che a loro volta si avvalevano di altri complic

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