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Roma
Turismo: il crollo di Roma superata da Milano. Al rogo 540 mln di euro

"Oltre 4 milioni di presenze in meno e 540 milioni di euro perduti. È questo il costo diretto della mancata crescita del turismo nel Lazio che, a differenza delle altre regioni italiane, ha visto diminuire fortemente la presenza del turismo soprattutto nazionale". Questi alcuni dati elaborati dalla Uil di Roma e del Lazio e dall’Eures sulla presenza turistica nella Capitale e nel Lazio (escluso il periodo giubilare).
"Nel confronto - spiega il documento della Uil Lazio - tra le prime dieci province italiane per numero di visitatori - sulla base dei dati Istat disponibili - soltanto Roma registra un decremento delle presenze tra il 2005 e il 2014, a fronte di una crescita significativa in tutte le altre province.
Più in particolare, la Capitale perde tra il 2005 e il 2014 oltre 700 mila presenze (-2,6%, da 26,8 a 26,1 milioni); sul fronte opposto, Venezia nel decennio considerato vede crescere le presenze turistiche di quasi 4 milioni (da 30,3 a 34,1 milioni, pari a +12,5%), Milano di 3,1 milioni (+28,5%, da 10,7 a 13,8 milioni), Firenze di 2,6 milioni (+25%), Verona di 2,5 milioni (+20,5%), Brescia di 1,4 milioni (+19,4%), Bolzano di 2,3 milioni (+8,8%) e Napoli di 1,3 milioni (+12,4%). Anche in relazione all’indice di turisticità (rapporto tra presenze turistiche e abitanti), Roma, con un valore pari a 6, si colloca nel 2014 soltanto al 34° posto nella graduatoria nazionale, perdendo tre posizioni rispetto alla 31° posizione del 2005 (quando l’indice era pari a 7,1)".
"Una situazione preoccupante, non solo perché parliamo della Capitale d’Italia, ma per l’ineguagliabile patrimonio artistico che possediamo ma non valorizziamo abbastanza – commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica – Roma sta pagando su più fronti la cattiva gestione degli ultimi anni e l’incompiutezza perenne delle sue opere. Il turismo, i grandi eventi e le manifestazioni culturali e artistiche rappresentano gli strumenti migliori per un riscatto. Ma, purtroppo, la superficialità di azioni e la corruzione hanno portato negli anni non solo agli eventi di cronaca ben noti, ma anche al fallimento di grandi opere, a vicende poco chiare e irrisolte come la nuova Fiera di Ponte Galeria, che avrebbe potuto favorire ad esempio il turismo fieristico, a rimpalli infiniti di responsabilità, come rischia di diventare il nuovo stadio della Roma, per citare solo i più noti".
"Secondo gli ultimi dati elaborati dal WTTC (World Travel & Tourism Council), l’economia turistica in Italia vale 167,5 miliardi di euro, pari al 10,2% del PIL nazionale. La centralità del settore è confermata anche dall’Istat, che segnala una dinamica positiva per il 2015 (+2,7% gli arrivi e +1,9% le presenze in Italia). Positività che si estende a tutto l’ultimo decennio, con un aumento di 22,5 milioni di presenze turistiche (pari a +6,3%), salite da 355,3 a 377,8 milioni. A beneficiarne di più sono state Lombardia (+29,4%, pari a +7,8 milioni presenze, passando da 26,5 a 34,3 milioni), Piemonte (+27,9%, pari a +2,9 milioni), Puglia (+22,6% e +2,4 milioni di presenze), Toscana (+13,2% pari a + 5 milioni) e Veneto (+13,2% e +9,1% milioni di presenze). Mentre il Lazio, con 900 mila turisti in meno tra il 2005 e il 2014, perde posizioni nella graduatoria nazionale e viene sorpassato appunto dalla Lombardia.
La “Regione di Roma”, sulla base dei dati disponibili, diversamente da quanto accade per la maggior parte delle Regioni-Capitali europee, non soltanto non assume affatto una posizione di leadership nella graduatoria nazionale, ma assorbe una quota quasi marginale della domanda, pari nel 2014 ad appena l’8,2% delle presenze turistiche totali, peraltro in calo anche rispetto al già modesto risultato del 2005 (8,9%)". "Il decremento delle presenze turistiche a Roma – afferma Fabio Piacenti, presidente dell’Istituto Eures – si lega alla perdita di attrazione della città, al suo crescente degrado, al ritardo nei servizi per la mobilità e, non ultimo, alla mancata integrazione tra l’offerta culturale e l’offerta di intrattenimento. La continua riduzione della permanenza media, che scende a Roma ad appena 2,8 giorni, è un segnale evidente di tale scollamento, che affida al solo patrimonio storico-culturale la responsabilità della tenuta del settore. All’interno di una competizione ormai globale tra le grandi città turistiche, l’assenza di strategie e di programmazione rappresenta quindi un costo che la Capitale non è più in grado di sopportare".
"In calo anche le presenze turistiche a Rieti, Frosinone e Latina, mentre Viterbo è l’unica provincia laziale a registrare un incremento, pari al 78% tra il 2005 e l’ultima rilevazione disponibile, il 2014, passando da 578 mila a 993 mila. Incremento che coinvolge, unico caso sul territorio, anche il turismo nazionale (da 390 mila a 774 mila presenze), che nella Capitale invece scende del 25%, a fronte di un incremento dell’8% di quello straniero", conclude.

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