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Roma
Turiste belghe uccise, il killer era sotto effetto di droghe: resta in carcere

È risultato positivo a 5 droghe diverse, alla guida con la patente sospesa dal 2011 e ha tentato di fuggire dall'ospedale dove era stato portato dalle forze dell'ordine: resta in carcere F.M., il pirata della strada che lo scorso 8 ottobre ha travolto e ucciso le due turiste belghe sull'autostrada A24.

Nei confronti di F.M. “sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di omicidio stradale pluriaggravato”, scrive il gip nell’ordinanza condividendo integralmente le considerazioni del pm anche sotto il profilo delle esigenze cautelari, “emergendo un concreto pericolo di reiterazione del reato in ragione della gravità del fatto e della personalità dell’indagato”. “Altrettanto indubbio è che Moretti al momento dell’incidente, oltre a guidare senza la patente di guida perché sospesa dal 2011, fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti in una condizione di totale assenza di lucidità (…) dal referto degli esami tossicologici è risultato positivo alle benzodiazepine, ai cannabinoidi, alla cocaina, agli oppiacei e al metadone”.

La fuga dall'auto dopo l'impatto: la prova

“La violenza dell'impatto, - scrive il giudice - dal quale è scaturita la morte pressoché immediata delle ragazze, sbalzate una sulla carreggiata opposta e la seconda sulla corsia di sorpasso della carreggiata interessata al sinistro, lascia inoltre desumere inequivocabilmente che l'indagato procedesse ad una velocità che, sebbene ancora non accertata, di certo non era moderata e che lui stesso ha dichiarato essere di circa 80/90 km orari, quindi superiore al limite di 70 km orari previsto in quella strada. E’ pertanto assolutamente incredibile che l'indagato non si sia accorto di aver investito le due vittime, e la sua fuga immediata, appena disceso dalla sua autovettura, ne è la prova”.

Il tentativo di fuggire dall'ospedale e il cellulare gettato

Sul comportamento di F.M., il gip sottolinea come, oltre ad essere fuggito dal luogo dell’incidente senza prestare soccorso, il giorno dopo si sia allontanato “arbitrariamente” dall’ospedale dove era stato accompagnato dalle forze dell’ordine che lo avevano sorpreso nella sua abitazione, “condotte queste che denotano assoluta mancanza di resipiscenza e presa di consapevolezza delle gravissime conseguenze della sua condotta e rendono altresì concreto il pericolo di fuga”. “Sussiste infine un concreto pericolo di inquinamento probatorio – scrive il gip – in quanto, come evidenziato dal pm, Moretti si è disfatto del telefono cellulare che aveva in uso quella sera e nella mattinata successiva, al chiaro fine di ostacolare l’esatta ricostruzione dei fatti e il suo coinvolgimento in essi”.

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