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Roma
“Tutti gli errori di Conte”. Parla Nencini, "stampella" Psi al Senato di Renzi

Presidente di Regione, viceministro e ora “stampella strategica” di Matteo Renzi che proprio grazie a Riccardo Nencini, socialista da sempre e senatore, ha consentito a Italia Viva di avere al Senato un Gruppo vero, anche se “misto”

Ultimo, se non quasi dei politici della vecchia guardia degli esperti di res publica e con un cv da amministratore locale e poi da deputato, Nencini accetta la sfida: spiegare cosa lega il Psi a Italia Viva di Matteo Renzi e decriptare la “Renzi strategy” per far saltare il Governo Conte o quasi.

Senatore Nencini, come sono i rapporti con i Renziani?

“Buoni nella dialettica di due partiti diversi”

Che ne pensa della piattaforma di Matteo Renzi e della crisi di Governo?

“Dal mese di giugno le posizioni del mio partito trovano molte somiglianze, partire dalla centralità del Parlamento, le criticità, sino al fiorire di task force e alla correzioni proposte al Recovery plan. Per finire con la certezza che stiamo entrando in una fase diversa da quella della primavera, fase che è partita lo scorso settembre. Ora è momento de Recovery e del vaccino che è una pennellata sul futuro. Questi due fattori obbligano a una seconda fase di Governo: passiamo dalla contingenza a immaginare un'idea post-pandemica”.

Secondo lei quali sono stati gli errori del premier Conte?

“Di aver governato dignitosamente il presente ma non di essere stato strabico. Lo strabismo politico non è un difetto perché consente di immaginare il futuro. Poi eccesso di immobilismo e ritardo nella seconda fase”.

Quale futuro per il Psi?

“Mantenere l'autonomia e la disposizione a rinnovare l'autonomia. Se ne sta occupando il segretario Enzo Maraio. L'occasione è quella dell'anniversario del Pci: il Novecento ha dato ragione a Turati e Matteotti e ha dato torto all'ideologia comunista. Questa è un'opportunità per cambiare la sinistra italiana che è costretta a governare in condizioni di emergenza”.

Visto che lei vive a Roma, che farà il Psi alle prossime Comunali?

“Leggo che il ministro D'Incà plaude a un accordo tra Pd e M5S. Se così fosse non sarebbe soltanto molto debole ma scoprirebbe un fronte elettorale che rischia di non farlo essere competitivo. Quel fronte va allargato a Azione e Renzi in una condizione di pari dignità”.

Ma col 5 Stelle sì o no?

“I Cinque Stelle da movimento giacobino a partito politico stanno maturando delle scelte. Quindi, perché non aprire? In un asse solo Pd-M5S non c'è molto del socialismo umanitario”.

Quindi con Raggi?

“Per decidere bisogna valutare il governo di Roma dei mesi precedenti. Vico a Roma e il mio giudizio non è positivo, vanno trovate soluzioni diverse”.

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