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Roma
Un anno di M5S. Raggi flop: il sindaco bocciato in matematica e diritto

Virginia Raggi sindaco di Roma, cinque anni sono pochi, ma sei per un solo mandato sono troppi. Se si dà come voto un bel 7 per l'azione di governo del primo anno, le arriva però un bel 4 in matematica e diritto amministrativo. Perché una legislatura dura cinque anni e non sei come vorrebbe fra credere la Raggi, che si perde l'anno ormai passato.

 

Così in una missiva diretta ai romani pubblicata sulla sua pagina di Facebook e indirizzata al quotidiano “Il Messaggero” dichiara che la situazione della Capitale sta cambiando: “Siamo all’inizio di una sfida lunga cinque anni”. Il testo prosegue sciorinando una litania di problemi ereditati dal passato: “Abbiamo trovato una città ferma, una macchina amministrativa stremata dalle tristi vicende giudiziarie, tanta rassegnazione. Tuttavia, allo stesso tempo, posso affermare con altrettanta certezza che questa amministrazione dà ogni giorno il massimo per portare nuove energie. E abbiamo trovato anche molte persone che aspettavano un’opportunità di riscatto, pronte ad impegnarsi. Tutti i giorni al termine del lavoro quotidiano faccio un breve bilancio. Ci domandiamo se abbiamo fatto tutto il possibile: certamente, non abbiamo lasciato nulla di intentato. Non c’è dubbio che la strada da fare sia lunga e in salita. Ci sono stati ostacoli imprevisti e ce ne saranno. Ma allo stesso tempo non c’è dubbio che abbiamo messo la parola fine ad un sistema corrotto che per anni ha “mangiato” i soldi delle nostre tasse per avvantaggiare pochi e ha fornito servizi sempre più scadenti e non all’altezza di una grande capitale. Un sistema che non vuole il cambiamento.
Le potenzialità di Roma sono sotto i nostri occhi, in particolare quando visitiamo altri Paesi: una città pulita, decorosa, che funzioni e accolga bene, moderna è possibile. È reale. E quella possibilità di riscatto dobbiamo darla a Roma perché la merita. I nostri figli la meritano. Abbiamo negli occhi un futuro che a poche migliaia di chilometri da qui è già presente. Nei nostri cuori la speranza e nelle nostre mani la possibilità di costruirlo. È un cammino che dobbiamo fare insieme. Ringrazio già da ora tutti i romani di ogni provenienza, passione politica. Io e la mia squadra, assessori e consiglieri, continueremo questo compito con il massimo impegno perché fare qualcosa per la propria città e per la propria comunità è un onore”.

Basta guardare il calendario per capire che un anno del suo mandato è trascorso, e fra quattro il ritorno alle urne è d’obbligo. Il mandato del Sindaco in Italia non può durare per nessun motivo più di cinque anni. Con sette romani su dieci che non la rivoterebbero e cambiamenti che stentano a vedersi, questa dichiarazione urla vendetta. Ha cercato di metterci una toppa con un discorso programmatico con il cuore gonfio di piene intenzioni ospitato sulle pagine di un quotidiano che ha sparato sul suo operato a palle incatenate, ma ha evidenziato di quale portata siano i problemi del Movimento a governare la Capitale. Il Governo di una città come Roma inizia il giorno della nomina del Sindaco. “Cambieremo Roma in cinque anni”, ma ai Cinque Stelle ne rimangono solo quattro. Qualcuno dovrebbe dirlo al Sindaco e al suo staff.

Così come che darsi i voti da soli significa sovvertire le regole del gioco: “Direi un sette e mezzo" ha risposto la Raggi a chi le chiedeva un giudizio sul suo primo anno di mandato in Campidoglio. "Abbiamo riavviato i bandi - ha aggiunto -. Per moltissime realtà, tra cui il verde, abbiamo riavviato un po' tutto quanto. C'e' ancora tantissimo da fare, la strada è sicuramente in salita - ha concluso - ci siamo e ce la stiamo mettendo tutta". Praticamente un social claim sottovuoto con dentro il nulla.

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