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Roma
Un tesoro nascosto nella libreria: le plaquette Einaudi come perle preziose

di Patrizio J. Macci

Potreste avere un tesoro che dorme placido e nascosto nella biblioteca di famiglia, oppure in cantina tra i libri sepolti in un baule, e non saperlo. Plaquette editoriali della Einaudi in tirature ultralimitate: un filo di perle avvolte in carta preziosa con il profumo del tempo.

 

Questi opuscoli sono firmati da Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Lalla Romano, Massimo Mila, Giaime Pintor, Italo Calvino, Mario Rigoni Stern, Norberto Bobbio, Franco Lucentini, Eugenio Montale e sul mercato dei bibliomani raggiungono quotazioni da migliaia di euro. Il problema più grande è identificarli con certezza. Ci ha pensato Massimo Gatta, bibliofilo accanito e bibliografo, a creare un ordine nel caos bulinando con pazienza un prezioso volume per le edizioni Biblohaus di Macerata “Struzzi senza prezzo – note sulla collana fuori commercio Einaudi (1946-2018") dove la storia di questi libri, nati come doni natalizi fuori commercio diventati nel tempo territorio di caccia per i collezionisti, è ricostruita con minuzia di particolari frugando negli archivi della casa editrice di Torino e non solo.

Volumi eleganti destinati a un numero ristretto di lettori fedeli e “amici” della casa editrice o ai clienti più assidui dell’organizzazione rateale, alcuni dei quali sono stati anche ristampati per raggiungere gli scaffali delle librerie. Edizioni non venali che sono state maneggiate personalmente da chi le ha scritte copia per copia. Gatta va molto oltre le intenzioni prospettate dal titolo, quelle che vengono annunciate come semplici “note” scorrendo attraverso la penna (e la conoscenza della materia) dell’autore divengono un saggio sull’editoria italiana del Dopoguerra che spazia a tutto campo, un viaggio tra i nomi che hanno scritto, discusso e incendiato la scena culturale italiana per oltre mezzo secolo.

Brillano i passi dei carteggi tra Giulio Einaudi e Gianni Rodari, definito dallo scrittore delle Favole al telefono “Hidalgo Editorial”, e i suoi consulenti. Einaudi non accettava imposizioni sui titoli da pubblicare, ma ascoltava e interrogava i suoi collaboratori in maniera ossessiva inscenando con loro curiosi siparietti dei quali sono rimaste testimonianze negli archivi della casa editrice. La sobrietà e l’eleganza dei volumi, con le pagine ancora “sigillate” da tagliare riportano a un’idea della realizzazione del libro come oggetto artigianale e unico: una volta che si è dato il via all’effrazione con una lama affilata il testo si lega in maniera imperitura al proprietario.

All’occhio vigile di Gatta non potevano sfuggire le mancanze: tra i volumi, infatti, spiccano le assenze di alcuni padri fondatori della casa editrice piemontese. Sono uova d’oro dello Struzzo delle quali sono minuziosamente riprodotte le copertine in fotografia descrivendole nei minimi dettagli, con l'aggiunta di un prezioso indice dei nomi. Per una “nemesi” della storia anche questo testo, stampato da un editore che ha fatto della qualità il suo mantra, è destinato a divenire prezioso. Quando l’originale non esiste più o è irraggiungibile, una copia o il racconto di essa diviene ancora più vera. Quasi una resurrezione dal mondo delle Ombre.

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