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Roma
Vaiolo delle scimmie, sono 3 i positivi. Caccia ai 30 possibili contagiati

Salgono a tre i casi di vaiolo delle scimmie. Giovedì 19 maggio era stato ricoverato all'Umberto I il primo paziente positivo al virus, poi trasferito allo Spallanzani dove è stata diagnosticata la positività al Vaiolo delle scimmie. Altri due casi sospetti erano sotto osservazione, poi però risultati anche loro positivi.

Il Servizio regionale per la sorveglianza delle malattie infettive del Lazio ha confermato gli altri due casi sospetti, portando così a 3 i casi di Vaiolo delle scimmie, tutti presi in carico dall’Istituto Spallanzani. Il primo caso era stato riscontrato in un ragazzo di ritorno dalle Isole Canarie. In seguito era stata avviata una indagine epidemiologica per ricostruire tutto l'albero dei contatti avvenuti con il giovane, mettendo in isolamento quelli più stretti con precise indicazioni e prescrizioni. 

Direttore Spallanzani: "A giorni isoleremo il virus"

"Si tratta di tre giovani uomini, che non riferiscono contatti tra di loro, anche se due di loro riportano un recente viaggio alle Canarie, dove è stato segnalato un caso di questa malattia", ha spiegato Francesco Vaia, direttore dell'Inmi Spallanzani durante la conferenza per fare il punto sui primi tre contagi. "Le tre persone sono in discrete condizioni di salute: una sola ha presentato una febbre di breve durata e tutte hanno un ingrossamento di alcune ghiandole linfatiche che appaiono dolenti, e la comparsa di un numero limitato di piccole pustole cutanee. La prossima settimana il nostro laboratorio di virologia prevede di isolare il virus" del vaiolo delle scimmie che ha colpito le persone ricoverate a Roma allo Spallanzani. "Ciò renderà - ha proseguito - possibile eseguire una serie di indagini sperimentali, in particolare si potrà studiare se nel sangue di persone vaccinate contro il vaiolo sono presenti anticorpi che neutralizzano questo virus e cellule immunitarie in grado di attaccarlo. L'isolamento virale permetterà inoltre di eseguire test per la diagnosi sierologica di questa infezione". 

Il presidente del Bioparco di Roma "Nessun caso"

Al momento non si registra nessun caso di vaiolo delle scimmie al Bioparco di Roma, ma il presidente della Fondazione Francesco Petretti esprime preoccupazione. "Ritengo che sia una situazione preoccupante -
ha detto all'Adnkronos - perché ci si rende conto che in fondo noi non siamo indipendenti da determinati accidenti naturali come virus, batteri e altri parassiti e purtroppo trasformando i cicli ecologici ed entrando nella natura in modo prepotente l'uomo la altera creando appunto la possibilità di contagi con patogeni anche pericolosi". Petretti ha poi confermato che "non ci sono stati casi registrati di vaiolo delle
scimmie al Bioparco". 

La nuova task force contro il Vaiolo delle scimmie

L'Istituto superiore della sanità ha subito creato una task force di esperti. Le raccomandazioni prevedono "di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee”, proseguono gli esperti dell'Iss. “Come prevenzione, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali (quali vescicole o altre lesioni) sulla cute del partner.

Secondo l'Istituto, chi è stata vaccinato contro il Vaiolo potrebbe essere meno a rischio di contrarre la malattia o di sviluppare sintomi gravi. È dunque possibile che le persone che non siano state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) "siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l'assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi", sottolineano gli specialisti dell'Iss.

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