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Roma
Vigili Urbani Roma: dal sesso in auto a Report, salta il comandante Napoli

Il Corpo malato dei Vigili Urbani di Roma vede cadere la testa del comandante Generale Stefano Napoli. L'inchiesta di Report che solleva clamorosi interrogativi sulla conduzione del Corpo di vigili più grande d'Italia è solo l'ultimo anello di una catena di eventi che ha convinto il sindaco Virginia Raggi a rimuoverlo e ha predisporre gli atti per la successione: sarà Paolo Gerometta, il generale dell'Esercito collocato alla Risorse Umane del Campidoglio, ad avere il compiuto di togliere anni di fango sulle divise dei vigili romani.

La notizia sarà ufficializzata nelle prossime ore e segna il punto più basso per i vigili romani, sui quali pende l'ultimo degli scandali in ordine di tempo: quello della coppia in servizio al campo nomadi di Tor di Quinto, registrata durante un amplesso focoso all'interno dell'auto di servizio e in orario di lavoro. Dalla reggenza del “duro” Antonio Di Maggio, pensionato dopo 4 anni in cui i vigili urbani sembravano aver trovato la via giusta, sembrano passati anni luce. Via Di Maggio, il Corpo affidato alla magistratura per la conclusione delle inchieste post arresti, è piombato in cuna crisi che sembra senza fine.

Il buio dopo il lockdown

Dalla fine del lockdown in poi, i vigili urbani di Roma sembrano essere spariti. Ai minimi termini durante il periodo estivo del “libera tutti” sul litorale romano e ancor di più fantasmi nel centro storico di Roma desertificato dall'assenza di turisti. Arriva l'autunno e i nuovi divieti prima nelle piazze “rosse” bloccate dalle 18, per finire col “coprifuoco” delle 22. Rispetto al lockdown generale, la presenza è minima e segna un distacco dall'emergenza romana.

Cinquanta sfumature di Vigili Urbani

E' il punto più basso del corpo perché la notizia che viene diffusa – e confermata dallo stesso Comando Generale con l'avvio di un'inchiesta – è un falso storico. La “relazione intima” della coppia in divisa di turno al campo rom di Tor di Quinto, puzza di dossier avvelenato. Per la Sala Operativa “Lupa”, sarebbe stato impossibile registrare la conversazione e le effusioni passionali, poiché il sistema di collegamento tra le “volanti” e la Sala, necessita di un'azione precisa: l'impegno della frequenza avviene solo premendo il tasto del microfono a filo, diversamente è possibile solo l'ascolto dall'apparato remoto delle conversazioni tra “centrale” e auto. Dunque, il Comando Generale, sapeva e ha taciuto sul “falso” e ha addirittura trasferito i vigili “incriminati” da un Gruppo Municipale all'altro per evitare riflettori su tutto il Corpo. Ma a far luce su quello che appare un dossier sarà la Procura di Roma che avrebbe già intravisto nella segnalazione e nel fascicolo reati che vanno ben oltre “l'uso improprio dell'auto di servizio come alcova” e presto potrebbe trasformare la vigilessa e il suo compagno in vittime di reati penali ben più pesanti come il revenge porn. Chi ha registrato quella notte bollente e perché? E perché l'audio sarebbe finito al Comando? E quali azioni avrebbe adottato il Comando dei Vigili per tutelare la privacy dei due amanti, in accordo col Campidoglio?

Gerometta salvatore della Patria a tempo determinato

Deciso il taglio della testa del corpo dei Vigili, per Raggi si è posto il problema della successione. Inchieste a parte, difficile trovare un comandante disposto a rischiare a 6 mesi dalle elezioni Comunali e così, ancora una volta la soluzione più facile è stata quella interna. Una patata bollente per traghettare l'esercito dei Vigili Urbani dalla Giunta Raggi al Raggi bis oppure a una nuova amministrazione. Dei Vigili urbani di Roma che sfidavano i Casamonica a colpi di ruspe c'è rimasto solo un ricordo.

La rivoluzione di vigili lasciata nel cassetto

E a proposito di ricordi, torna alla mente il 1995 quando sindaco Francesco Rutelli, il suo vice Walter Tocci provarono a fa ruotare i vigili nelle zona d alta densità facendo sollevare la rivolta. All'epoca fu agitato lo spettro di uno scioglimento del Corpo e la sua trasformazione in Istituzione. Intuizione felice, osteggiata all'epoca da Cgil e Uil. Da allora solo turn over di comandanti, arresti e inchieste. Nessun sindaco ha mai tentato più di mettere ordine nel suo esercito.

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