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Roma
Elezioni Umbria: lo tsunami punta su Roma. La Lega prenota il nuovo sindaco

Elezioni Umbria: da Perugia e Terni lo tsunani che punisce l'M5S punta su Roma. E trema Virginia Raggi per la quale potrebbe iniziare il conto alla rovescia. Nel centrodestra di Salvini e Meloni, una sola certezza: Berlusconi e Forza Italia provano a lanciare un'opa sul futuro candidato a sindaco con le due B di Bongiorno e Bertolaso ma l'accordo è fatto: il candidato che dovrà accelerare la fine dell'era Raggi è in quota Lega.

La Roma a Cinque Stelle si sveglia in una specie di incubo, così come la festa per la laurea di Paola Taverna spezza i sorrisi davanti alle proiezioni. E per ribadire cosa pensa la base del Movimento, il primo stellato ad accendere la macchina dei social è il consigliere regionale Davide Barillari che posta il suo dissenso per la continua emorragia di voti alla quale è sottoposto il Movimento da quando Luigi Di Maio è stato nominato “capo politico”. Scrive Barillari: “In Umbria, proprio come nel Lazio, Pd è sinonimo di malasanità. I cittadini lo sanno fin troppo bene. Ora il M5S da 'ago della bilancia' fra destra e sinistra, torni ad essere coerente con i propri valori fondativi. Vere alleanze civiche SI, accordi regionali e comunali con i partiti NO”.

Freddo ma col sorriso malizioso il “motore romano” di Italia Viva Luciano Nobili: La sconfitta in Umbria è pesantissima. Figlia di problemi oggettivi e di una lunga concatenazione di errori.Il più clamoroso è in quella “foto di Narni” e cioè nell’ossessione di dare valore politico nazionale e strutturale ad un’alleanza sbagliata. Esponendo peraltro il governo Conte ad un coinvolgimento nazionale rispetto ad un’elezione che era strategico lasciare al rango regionale. Curioso che abbia rischiato così fortemente di indebolire il governo, con quella istantanea da cancellare, proprio chi accusa gli alleati di Italia Viva di volerlo fare quando si battono per impedirgli di aumentare le tasse. È un grande dispiacere perché l’Umbria merita di meglio delle bugie di Salvini che hanno già fatto tanti danni al governo del Paese e che speriamo risparmino una regione tanto bella e importante. Ma è un dispiacere altrettando grande che ancora una volta si sia scelta la scorciatoia della sommatoria di sigle incompatibili invece che affrontare i nodi politici. Che ancora una volta ci si illuda che la soluzione passi per delle ammucchiate in cui rinunciare ad ogni prospettiva riformista e che invece producono sconfitte e smarrimento. Che ancora una volta ci si rifiugi - come ha fatto Zingaretti - nella penosa ma evidentemente consolatoria accusa a Renzi (che non guida più il PD da più di un anno) che non merita nemmeno una risposta per l’evidente incapacità di assumersi le proprie responsabilità.Il grande errore è nella sottovalutazione della forza che Salvini e i sovranisti hanno ancora nel Paese.Grazie alla straordinaria sagacia di Renzi abbiamo tolto loro il governo del Paese. Ma non il consenso.E nel 2023, quando torneremo al voto, e in tutte le altre partite che si giocheranno prima, non basterà una sinistra tradizionale e ripiegata su stessa per affrontarli.Per questo abbiamo fatto bene a dar vita a questo governo, altrimenti ieri Salvini insieme all’Umbria si sarebbe preso l’Italia (e qualcuno nel Pd era talmente miope da volerglielo far fare), abbiamo fatto bene a ribadire che l’alleanza strutturale con i Cinque Stelle è un errore esiziale, abbiamo fatto bene a dar vita ad un nuovo spazio politico: quello di Italia Viva.Che sarà decisivo per battere Salvini e i suoi compagni di viaggio".

Per Claudio Durigon ex sottosegretario e ora dedito alla causa romana, parla rei effetti possibili su Roma è limitativo: “Io penso che si avranno effetti su tutta l'aggregazione nata contro e non per. Viste le percentuali e i risultati quello di domenica è un voto politico”.

Sempre a sinistra il segretario romano della Federazione del Psi, Andrea Silvestrini, analizza il voto umbro: “Risultato prevedibile. Un'alleanza tra 5 Stelle e Pd che poteva essere l'alleanza dell'emergenza ci può stare, ecco cosa succede se diventa alleanza politica. Non è questo i centrosinistra. È un'accozzaglia di roba e gli elettori se ne sono accorti. La volevano anche in Campidoglio, forse Roma si salva da questo strano patto. La Raggi traballa dall'inizio ma rimarrà in piedi sino alla fine, manca un annetto e poi si cambierà. Per noi socialisti è un momento positivo, è il momento di ricostruire un vero centrosinistra dalle macerie. Ci vorrà tempo ma la ricostruzione può iniziare e senza i Cinque Stelle. E Zingaretti se ne deve accorgere. I 5 Stelle sono finiti”.

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