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Roma
Zannone piena di rifiuti e carcasse: l'isola di Ponza diventa una discarica

di Massimiliano Martinelli

 

Zannone tra rifiuti e carcasse, l'ex isola paradisiaca si trasforma in una discarica a cielo aperto; il piccolo gioiello delle Isole Ponziane è ad oggi abbandonata a se stessa, tra l'indifferenza delle istituzioni. L'ex sindaco di Ponza Vigorelli denuncia: “Amatrice in confronto è Hollywood”.

 

Mufloni morti, materassi, batterie e strutture storiche che cadono a pezzi.  L'isoletta dell'arcipelago pontino affonda nel degrado, complice l'amministrazione e l'ente che avrebbero il dovere di proteggerla. È questa la dura accusa che  Piero Vigorelli, giornalista ed ex sindaco di Ponza, rivolge al Parco nazionale del Circeo e al neo sindaco Ferraiuolo. Una battaglia personale che l'ex candidato di “Tutti per Ponza” porta avanti da anni, tornata di attualità dopo il ritrovamento dell'ennesima carcassa di muflone. Un maschio adulto ritrovato la scorsa domenica da alcuni ponzesi, probabilmente morto di fame e stenti: “L'animale è stato scoperto da alcuni residenti, pochi rimasti che da Ponza ancora vanno a visitare l'isola. - rivela Vigorelli - Un caso triste, che, purtroppo, non è nemmeno il primo. Nell'estate del 2016 avevo infatti già scoperto 7 carogne di mufloni, 2 mamme con i cuccioli, intorno all'area del faro, una volta di competenza della forestale”.

Una situazione paradossale che vede, secondo Vigorelli, nel corpo dell'ex Forestale e nell'Ente del Parco i maggiori resposabili: "La forestale è uno scandalo, già pagata dallo stato viene ulteriormente sovvenzionata dal Parco. Dal '79 ad oggi non si è fatto nulla per salvaguardare la flora e la fauna, o magari rilanciare il turismo. Sono quasi 10 anni che il personale del parco non mette piede sull'isola. Sei persone si cuccano lo stipendio, mentre la villa comunale, ed un monastero benedettino dimenticato, cadono a pezzi. Amatrice al confronto sembra Hollywood. È una vergogna questa situazione, i ponzesi saprebbero gestire l'isola molto meglio. Molti anni fa c'era un guardiano ponzese che si occupava dell'accoglienza, di nutrire la fauna e curare le piante. La cosa più intelligente sarebbe uscire dal Parco del Circeo, salvaguardare la foresta demaniale, proteggerla. Non ha motivo di esistere il parco del Circeo, è il più piccolo di quelli italiani. La mia proposta? Eliminiamo l'ente e creiamo una zona super-protetta. Il parco riceve ben 1 milione e 2 dal ministero dell'ambiente, soldi che sono in cassa ma che non riesce a spendere. Ci sono alberi, resti archeologici, fauna; è un vero e proprio polmone verde da tutelare”.

 

Uscire dal Parco del Circeo, quindi. Una soluzione già discussa e accolta favorevolmente a Ponza, ma ancora non messa in atto. Sul banco degli imputati finisce quindi la nuova amministrazione, guidata dal neo sindaco, già in carica a cavallo degli anni '80 e '90, Franco Ferraiuolo: “Tutto il consiglio comunale di Ponza ha chiesto l'uscita, ma la nuova amministrazione sta inciuciando con il Parco. La delibera comunale per uscire dal Parco non viene portata avanti, mentre sarebbe giusto denunciarli per mancata manutenzione. La stessa cosa sta avvenendo con la villa di Fogliano, dove le intemperie provocano danni ogni giorno. Ferraiolo fu il primo firmatario della convenzione, la svendita dell'isola di Zannonne porta la firma del sindaco attuale. Ci sono quotidiane denunce su rifiuti, batterie, ruote, motorini lasciati sul terreno. Il tutto senza nessun tipo di vigilanza. La forestale non fa controlli. Mettiamoci una pietra sopra e salviamo il salvabile".

Ripartire quindi da poli d'attrazione come la villa dell'isola, frequentata in passato da nobili e spesso e volentieri finita al centro di pettegolezzi "hot": “La villa una volta era affittata per 1-2 anni a persone facoltose, che avevano l'esclusiva della caccia. Come il marchese Casati. Erano tutti soldi che entravano nelle casse del Comune, ma poi il Comune ha deciso di affittare tutta l'isola al Parco per 14mila 600 euro l'anno. Più o meno il costo di un garage. Un costo irrisorio con pagamenti spesso pure in forte ritardo. Durante il mio mandato - conclude sconsolato Vigorelli - mi sono infatti rifiutato di firmare condizioni con il parco, perché c'erano morosità anche di 4 anni”.

 

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