Di Giuseppe Morello
Il Fiammifero della Libertà, al secolo Michela Brambilla, dopo aver fondato un po’ di tutto, ha dato vita ad un movimento che si chiamerà (indovina un po’?) Partito della Libertà. Non un vero partito in verità, piuttosto un movimento rivolto a 40enni imprenditori e non, per calamitare il voto dei delusi dalla politica che dovrebbero identificarsi con la ex miss Eleganza ad un concorso di Miss (Forza?) Italia di diversi anni fa. È una novità per il centrodestra, al quale non ha mai fatto sangue la formula movimentista, ma quello della fulva esportatrice di pesce non è l’unico movimento a destra.
A breve dovrebbe nascere un’organizzazione cattolica voluta da Berlusconi e guidata da Savino Pezzotta, mentre sono già attivi “I circoli D-donna” promossi da Daniela Santanchè. Insomma, la destra scopre il movimentismo, anche se a dire la verità non sembrano movimenti molto spontanei, ma paiono più ingegnose operazioni di marketing indotte dall’alto, anche perché gli aderenti a questi movimenti non si vedono mai, si vedono solo volenterosi leader, generali di un esercito reclutato solo sulla carta.
La sinistra invece, che il movimentismo lo ha inventato, ha altri problemi, come è apparso chiaro con la doppia manifestazione contro Bush. La partecipazione della sinistra radicale al governo ha messo in imbarazzo i movimenti di sinistra, che faticano a dialogare con la loro sponda politica tradizionale. Mesta diagnosi: vuoi per vizio verticistico, vuoi per problemi di identità, tutti ci provano, ma si deve riconoscere che il movimentismo politico in Italia se la passa piuttosto male.