Culture

I passaggi e le stratificazioni: l'ipertempo in video a FuturDome

 

Milano, 2 apr. (askanews) - Si parte da un concetto nato nei fumetti americani per spiegare le discrepanze nella continuità temporale, in relazione ai molteplici universi paralleli che si suppongono esistere, e si arriva fino al lavoro in video di dieci artisti contemporanei installatisi nella casa milanese dove un tempo lavoravano gli ultimi futuristi. La parola che giustifica questa frase, apparentemente sconnessa, è "ipertempo", un'idea cui è dedicata la collettiva allestita in FuturDome e curata da Ginevra Bria, giustamente intitolata "Hypertimes"."Hypertimes - ci ha spiegato la curatrice - è una mostra che ragiona sui passaggi temporali e sulle stratificazioni del tempo, a tutti i livelli: dal ritmo al suono, alla possibilità di performare il tempo cambiandone le sembianze, alla possibilità addirittura di riportare il tempo a ere geologiche nelle quali l'uomo non era neanche consapevole di quella che sarebbe stata la propria contemporaneità".Se nella fantascienza sono le linee temporali a incrociarsi e a generare singolarità, qui in mostra, dentro spazi che hanno il ritmo dell'imprevedibile, benché in fondo la loro planimetria sia semplicemente quella di un appartamento (altro punto di frizione interessante), sono le idee di tempo che sorreggono i lavori, la loro intimità, la loro ripetizione, la loro ricerca semantica, fino ad arrivare alla semplice persistenza, che in qualche modo sì, è anche quella della memoria contemporanea."E' un tempo - ha aggiunto Ginevra Bria - che può essere virtuale come quello che passiamo su un computer, come fa Patrick Panetta, è un tempo irreale, come potrebbe essere l'ipertempo o una teoria sull'ipertempo, che è quello di artisti o persone di strada, transessuali che aspettano l'arrivo di una nuova dittatura, oppure è un tempo che semplicemente non passa, come il tempo di Mikkel Carl, che lascia bruciare l'ultimo gadget di un mito come Kurt Cobain per ore, ore e ore, senza che effettivamente nulla si consumi".Come ogni idea mutuata dalla fantascienza, anche quella di ipertempo è certamente politica, e così lo è anche la mostra. Però è una politica che prende forma concettuale in molti casi, che si muove su un secondo livello, dentro una sorta di ipertesto che è, in fondo, il luogo segreto nel quale le cose narrate accadono in profondità. Potremmo dire anche con maggiore verità, ma stiamo solo parlando di opere d'arte in video, forse sarebbe troppo. Anche se uno dei punti alla base della teoria dell'ipertempo è proprio l'assunto che dice: "E' tutto vero". E qui è giusto fermarsi, lasciandosi travolgere dalla commozione davanti alle Vans di Cobain e alla loro disperata malinconia immobile.