Culture

Libri: "La jacaranda fiorita", l'amicizia ai tempi del terrorismo

 

Milano, 27 giu. (askanews) - Milano (askanews) - Tre giovani universitari, con tre visioni diverse sulla politica e sulla vita, intrecciano la loro amicizia sullo sfondo di una Italia ancora segnata dagli ultimi rigurgiti degli anni di piombo. Sono i protagonisti de "La jacaranda fiorita", il secondo romanzo di Corrado Passi. "La vicenda verte su un tema a me molto caro che è l'amicizia tra i giovani - racconta Corrado Passi - Si svolge nel 1981, quindi in una Italia ancora condizionata dalla politica di quegli anni, dal terrorismo, da una lotta armata che si sta lentamente consumando. È una storia di amicizia tra tre giovani, una storia di grandi ideali. Ed è anche la storia di ciò che noi eravamo in quegli anni e che non abbiamo potuto poi diventare".Tra i protagonisti spicca però la figura di Francesca, irrequieta e lacerata nei suoi ideali e nei suoi sentimenti. Una figura femminile alla quale l'autore affida il compito di sorreggere lo sviluppo della narrazione e verso la quale è anche evidente una partecipazione particolare. "In quegli anni c'era stato nella mia città un caso di operatività terroristica - prosegue l'autore - e la protagonista era una donna, che tra l'altro era una persona che conoscevo, sorella di un amico. Ma Francesca è molto diversa da quello che poteva essere questa persona. E non ha fatto ciò che invece ha fatto questa persona. Quindi c'è stato un qualcosa che mi ha fatto pensare a lei come figura specifica. Perché una donna? Perché le donne dal punto di vista narrativo sono più interessanti, hanno una personalità forse più complessa, sfaccettata, caleidoscopica. E perché mi serviva un punto, un epicentro, intorno al quale coagulare la storia degli altri due protagonisti rappresentativi ciascuno di una tipologia molto chiara di ciò che eravamo".Il romanzo però ha anche un altro focus: il paesaggio, elemento caratterizzante dei libri di Passi. "Il paesaggio conta moltissimo. Il paesaggio, in questo caso veneziano, e un paesaggio fortissimo, evocativo - conferma Passi - Venezia è un archetipo, è il simbolo dell'esterno a noi, cangiante evanescente, che inizia a muoversi alla mattina e continua anche durante la notte, scandito dai rumori dell'alta marea, dai rumori del mare, delle sirene. Ma che rimane immutato rispetto alla fragilità del carattere di queste persone. Quindi un paesaggio così bello da diventare immortale, anche se cambia costantemente.Amore, coraggio, impegno politico e lotta armata: il romanzo sembra voler ricomporre una dialettica tra estremi in perenne scontro. "Possiamo definirlo un confltto tra la violenza e l'amore - puntualizza Passi - anche se la violenza di Francesca non è una violenza espressa, è abortita. È una violenza da lei accettata come paradigma politico, ma che lei non riesce a fare sua. E per questo fallirà e per questo avrà un epilogo tragico".Nato a Cremona nel 1963, a quarant'anni Passi ha deciso di abbandonare la professione medica per trasferirsi in Sudafrica dove ha fondato una società specializzata in viaggi culturali in Africa Australe. In questo suo romanzo, c'è un frammento dell'Italia che ha conosciuto, ma non è nostalgia di un luogo, forse più un ricordo di stati d'animo. "Questo libro mi piace perché è un libro nel quale, pur non avendo io mai fatto politica attiva riconosco la mia generazione di quegli anni giovanili - ammette l'autore - E riconosco in quel libro un tempo che io ho attraversato completamente, forse senza capirlo, forse rimanendone troppo all'esterno. Ma che appartiene a me".Pubblicato dalla casa editrice Il seme bianco, "La jacaranda fiorita" è tra le proposte di lettura per la seconda metà del 2018 della libreria Tempo Ritrovato di Milano.