Culture

Papa, Tornielli: il dramma pedofilia usato per guerre di dossier

 

Roma, (askanews) - Non un episodio secondario di cronaca ma la punta dell'iceberg di una sommovimento profondo di opposizione a Papa Francesco. E' questa la vera dimensione del caso di Carlo Maria Viganò, indagato dai giornalisti Andrea Tornielli e Gianni Valente nel libro "Il giorno del giudizio" (Piemme) con documenti e testimonianze esclusive. Emerge una battaglia con risvolti geopolitici, dalla minaccia di uno scisma americano alle dure reazioni all'accordo tra Cina e Vaticano, fino ad una vera e propria "guerra di dossier" scatenata attorno al dramma della pedofilia del clero "da un circuito politico-mediatico che non sopporta sostanzialmente una cosa, ciò che papa Francesco dice su povertà, guerre e ambiente", spiega Tornielli in questa intervista.Mons. Carlo Maria Viganò è un ex nunzio apostolico negli Stati Uniti che, da una località segreta, nei mesi scorsi ha diramato diversi memoriali per accusare diversi vescovi, cardinali, Segretari di Stato vaticano, nonché tre Papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, di aver sottovalutato, sottaciuto o nascosto le accuse di abusi sessuali al cardinale Theodore McCarrick, oggi anziano e pensionato ma in passato potente arcivescovo di Washington. Mons. Viganò, che è giunto a chiedere le dimissioni di Jorge Mario Bergoglio, "tanti fatti che cita sono veri", spiega Tornielli, vaticanista de La Stampa e coordinatore di Vatican insider, "il problema è come vengono presentati e soprattutto il problema sono gli omissis. Oltretutto, egli concentra le sue critiche contro Papa Francesco "che è l'unico Papa che ha sanzionato in maniera pesante" il cardinale Theodore McCarrick, ricorda Tornielli, "non appena è arrivata la prima denuncia seria riguardante l'abuso su un minore", mentre "dimentica, o finge di dimenticare, il processo che ha portato McCarrick a diventare cardinale e che farebbe riaprire i dossier sul passato".Nella vicenda Viganò il dramma degli abusi sessuali sui minori, spiega l'autore del "Giorno del giudizio", "sono un'occasione per ricatti e guerre di dossier: il vero problema non è neanche questo scandalo tremendo che la Chiesa sta cercando a fatica di risolvere, ma è l'uso strumentale che viene fatto per bloccare carriere, per gettare accuse". L'uso dei dossier, spiega Tornielli, viene fatta "da un circuito politico-mediatico che non sopporta sostanzialmente una cosa, ciò che papa Francesco dice su povertà, guerre e ambiente".Non mancano, nella ricostruzione fatta dai due giornalisti con il rigore del saggio e il ritmo di un giallo, i molti nodi geopolitici che si intrecciano alle accuse di Viganò. La Cina ad esempio. Che entra in campo non solo perché il cardinale arcivescovo emerito di Hong Kong Zen Ze-kiun, "un altro grande accusatore di Papa Francesco" nonché principale critico del recente accordo tra Santa Sede e Cina sulle nomine episcopali, ha inviato un video-messaggio di adesione ad una nota manifestazione di ultraconservatori contro il Papa alla quale ha partecipato anche l'ex nunzio Viganò. Anche il cardinale McCarrick viene tirato in ballo per "gettare una cattiva luce sull'accordo", con la motivazione che il porporato statunitense fece dei viaggi in Cina fin dal pontificato di Giovanni Paolo II "ma - spiega Tornielli - senza avere alcune missione formale o informale con la Santa Sede". L'accordo con la Cina, insomma, "è un grande passo di questo pontificato e anche questo viene posto nel mirino".