Culture

Ricuperati e Ponzi: immagini letterarie e letteratura d'immagini

 

Milano (askanews) - Le immagini e le parole; un illustratore e un romanziere; il rapporto tra la fotografia e l'arte. Incontrare Emiliano Ponzi e Gianluigi Ricuperati è sempre un'esperienza interessante, nonché un'occasione, in attesa della fiera MIA Photo Fair, di ragionare sul rapporto biunivoco tra l'illustrazione e la letteratura. Cominciando da Ponzi: "Si parte sempre dal nulla - ci ha detto - da un foglio bianco, dove tutto può essere possibile e tutto può essere verosimile. Quindi il discrimine è sempre una scelta".Per Ricuperati, di cui è in uscita ora per Feltrinelli il terzo romanzo, "La scomparsa di me" cui Ponzi ha collaborato con un lavoro posto alla fine del libro, il tema è sempre quello di confrontarsi con suggestioni molteplici. "La narrativa è un incrocio strano tra poesia e logica, la logica della vita, della conseguenza del prima e del dopo, naturalmente si può distorcere questa logica, ma comunque bisogna farci i conti, sia che tu la voglia distorcere, sia che tu la voglia seguire".L'incontro pubblico tra lo scrittore e l'illustratore è andato in scena a Milano negli spazi di IQOS Embassy, concept store dedicati all'ultimo ritrovato tecnologico di Philip Morris nei quali viene dato spazio alla sperimentazione e alla creatività. "L'illustrazione - ha aggiunto Emiliano Ponzi - prende spunto da una realtà, ma non è mai la mimesi della realtà, perché poi c'è sempre un twist, qualcosa di diverso che succede e quindi dal reale si passa nel regno della verosimiglianza, o comunque nel tuo regno, dove le regole sono un po' diverse"."In realtà il mio sogno - ha proseguito da parte sua Ricuperati - è di fare un romanzo fatto non solo di immagini, ma quasi solo gestuale... Il mio sogno sarebbe di fare un oggetto che entri direttamente in connessione telepatica con il lettore... so che non ci riusciremo mai, ma penso che sia molto interessante lavorare sui limiti e le possibilità".Come si vede, la posta in gioco tra i due creativi è proprio quella di provare a ridefinire gli spazi di creatività, nonché di ampliare il territorio dell'indagine narrativa, nel senso più ampio del termine, che ovviamente comprende anche l'ambito della fotografia."Io adoro la fotografia - ha concluso Ponzi - proprio perché conoscere come sono fatte le cose nella realtà mi permette di interpretarle".Ecco, l'interpretazione è probabilmente il punto chiave, la parola talismano di questo ragionamento. Sia Ricuperati sia Ponzi hanno il dono - rituale direbbe probabilmente lo scrittore - di dare alla propria interpretazione un livello di evidenza superiore, che la rende nei fatti vicina all'inafferrabile chimera della "realtà". Ovviamente artefatta. Bingo!