Culture

Sostenibilità e nuova ecologia: torna A seminar la buona pianta

 

Milano (askanews) - Un festival che vuole diffondere maggiore consapevolezza in tema di rapporto uomo-natura, con la volontà di favorire la formazione di una coscienza responsabile in tema di sostenibilità, sviluppo e salute umana. A Milano Aboca presenta la settima edizione del proprio evento "A seminar la buona pianta", con la direzione artistica di Giovanna Zucconi."Quest'anno - ha detto ad askanews - il filo rosso, o verde se preferite, è quello della sostenibilità, della responsabilità individuale e d'impresa, però verificato davvero. Il nostro tentativo è quello di ascoltare le voci intelligenti, anche quelle critiche, che aiutano sempre, ma anche di rendere sexy un argomento come quello dell'ecologismo e dell'ecologia che è stato a lungo vissuto come punitivo, mentre noi pensiamo che sia anche la chiave per ripensare e cambiare velocemente un'idea di sviluppo che evidentemente sta dimostrandosi un po' logora e controproducente".Un'idea che, nell'arco di tre giorni tra Palazzo Mezzanotte e l'Orto botanico di Brera, tra i Navigli e la Fondazione Feltrinelli, scrittori, scienziati, economisti, filosofi e musicisti tenteranno di plasmare di nuovo insieme. E "insieme" è la parola chiave dell'edizione 2018 del festival.Valentino Mercati, presidente di Aboca: "Il valore d'impresa che noi cerchiamo di trovare nel rapporto con gli altri - ci ha spiegato - oggi si definisce bene con una parola come 'condivisione' e all'interno del condividere sta anche il nostro successo da sempre".L'incontro inaugurale del festival, dedicato alle imprese responsabili e al modo in cui questo concetto si aggiorna, ha mostrato in un certo senso la filosofia di fondo delle giornate milanesi, ispirate dall'idea di bene comune. Sul palco anche Massimo Mercati, amministratore delegato di Aboca: "L'impresa - ci ha detto - è una rete che fa parte di un sistema di reti, che sono la società e l'economia, per questo non si può prescindere dal metterla in relazione con l'ambiente e la società. E se l'impresa stessa vive di relazioni, vive in quanto è capace di contribuire al bene comune e per farlo dovrà realizzare dei profitti. Fondamentalmente si inverte la prospettiva e credo che questo lo si debba considerare in un'ottica di medio-lungo periodo come un cambio di paradigma che se non volontario ci verrà imposto".Fino al 30 settembre a Milano, dunque, si proverà a immaginare un futuro più sostenibile, senza rinunciare allo sviluppo, ma pensandolo diversamente.