Economia

Anedda (Cassa commercialisti): la sfida della sanità integrativa

 

Roma (askanews) - "La recente sentenza della Corte costituzionale è fondamentale perchè ribadisce aspetti che noi Casse previdenziali private abbiamo sempre sostenuto" dice in questa videointervista il neo presidente della Cassa dei Dottori Commercialisti Walter Anedda, che illustra i programmi futuri della Cassa che intende arricchire i propri servizi aprendo anche alla sanità integrativa."Vedere riconosciute le nostre ragioni dalla Corte costituzionale a seguito di un nostro ricorso - prosegue Anedda - oltre alla soddisfazione, è importante perchè riconosce che lo Stato ha delegato alle Casse di svolgere in modo privatistico il ruolo di assistenza previdenziale delle loro categorie. Nello specifico, la sentenza della Corte ha abrogato una norma di una finanziaria di qualche anno fa che imponeva alle Casse la spending review, e fin qui nulla quaestio, ma poi imponeva alle Casse di riversare allo Stato i riaparmi conseguiti introducendo una sorta di nuovo obbligo tributario che si aggiungeva agli altri doveri fiscali delle Casse. Il 2017 porta l'ente a riflettere su un punto nodale: oggi la previdenza è immediatamente collegata alla pensione. "Ma dobbiamo iniziare a ragionare su forme per accompagnare la pensione con altri tipi di servizi. Oggi io potrei magari arrivare a riconoscere a un mio pensionato che prende 1500 euro altri 100 euro. Dobbiamo chiederci però se non sia meglio, anzichè dare 100 euro, offrire al pensionato una serie di servizi che magari io come Cassa riesco a comprare sul mercato a 100 euro ma che per l'assistito valgono molto di più, fino a cinque volte tanto. Stiamo ragionando su una varietà di ipotesi di servizio. La previdenza vive in favore dei propri iscritti ai quali fornisce la pensione ma dai quali trae le risorse. "Abbiamo quindi la necessità di continuare a garantire un flusso di di iscrizioni e anche una capacità degli iscritti di generare reddito e volume d'affari: quindi favorire l'accesso dei giovani alla professione, tendendo alla specializzazione e magari favorendo l'aggregazione degli studi professionali. Per questo cerchiamo di dare al giovane iscritto un sostegno finanziario nella fase evolutiva iniziale della professione. Oggi poi la tenedenza delle Casse è quella di intervenire in termini che definiamo atomistici, cioè in caso di eventi che hanno effetti negativi, come un incidente o una malattia. "Anche qui vorremmo fare un salto di qualità diventando compartecipi se non gestori diretti di servizi quali la sanità integrativa che annovera molti soggetti, ma paradossalmente non gli enti previdenziali. Pensiamo quindi ad accettre la sfida di creare una sanità integrativa non gestita magari da un solo ente, ma se non da tutti almeno da quelli che lo riterranno opportuno, creando economie di scala enormi che possono essere molto utili non solo per i nostri iscritti ma anche per l'evoluzione del welfare nel nostro Paese".