Economia

Intesa Sanpaolo, Gros-Pietro: con venete responsabilità da 50 mld

 

Roma, 18 set. (askanews) - Con l'acquisizione delle banche venete "abbiamo preso a nostro carico 50 miliardi circa di responsabilità, debiti, depositi verso i risparmiatori" assumendo "un ruolo che una grande banca come Intesa Sanpaolo può fare per l'economia italiana". Lo ha detto il presidente Gian Maria Gros-Pietro a margine dell'Italian Banking Conference 2017 promossa dalla Luiss Business School."Noi abbiamo pagato questi asset 50 miliardi più un euro - ha detto Gros-Pietro - Nel senso che abbiamo preso a nostro carico 50 miliardi circa di responsabilità, debiti, depositi, verso i risparmiatori essenzialmente veneti che adesso non sono più nei confronti di due banche che sarebbero fallite ma sono nei confronti della più grande banca italiana e quindi sono in sicurezza. Nello stesso tempo noi garantiremo la continuazione del credito verso le imprese venete e sappiamo che quella è un area particolarmente importante per la crescita del Paese. Quindi questo è un ruolo che una grande banca come Intesa Sanpaolo può fare per l'economia italiana".Le misure di ristrutturazione dei due istituti, ha aggiunto il Presidente di Intesa Sanpaolo, sono "essenzialmente sono misure di integrazione con il nostro sistema. I clienti delle banche venete, che non sono soltanto in Veneto, troveranno tutti i vantaggi della partecipazione al più grande gruppo italiano e nello stesso tempo continueranno ad avere i rapporti con le persone e con le strutture che già conoscevano, perché quelle rimangono. E anzi noi abbiamo scelto tra i dirigenti che si occuperanno di queste due banche, una persona che aveva un ruolo importante in una di esse e cioè il dottor Gabriele Piccini".La riduzione delle filiali, ha concluso, "è una misura che viene imposta dalle autorità europee. Il principio è che se una banca fallisce non può mantenere la sua impronta sul mercato perché è necessario ed obbligatorio che ci sia una sorta di punizione per il fallimento. Quindi dalle 900 filiali circa che esistevano prima in Italia si dovranno ridurre a circa 600".