Economia

Lusso e Tax Free, un settore che tiene e che guarda a Oriente

 

Milano (askanews) - Il mercato dei beni di lusso continua a crescere, anche se le dinamiche all'interno dello scenario complessivo si stanno modificando. Di questo si è parlato all'Osservatorio Altagamma 2018 a Milano, dove è stato presentato il rapporto Bain and Company sul mercato globale del lusso. Un settore che negli ultimi sette anni è stato trainato anche dal Tax Free Shopping, che tra il 2011 e il 2018 ha visto raddoppiare il proprio volume.In Europa però le dinamiche del Tax Free stanno cambiando e ne abbiamo parlato con Pier Francesco Nervini, CEO North and Central Europe e Global Accounts di Global Blue."Il 2018 - ha spiegato ad askanews - non è un anno positivo, in generale noi stiamo registrando un -6%, con diverse dinamiche e diverse performance dei vari Paesi, ma controbilanciato con dinamiche in Asia molto positive. In realtà non c'è nessun warning per quanto riguarda le home countries, cioè i flussi turistici in uscita da Cina, dagli stessi Stati Uniti, sono flussi assolutamente positivi".Altro dato positivo riguarda il valore medio degli scontrini emessi, che in Europa fa segnare un +2%. Ma la nuova frontiera del Tax Free oggi guarda decisamente all'Asia."E' innegabile - ha aggiunto Nervini - che la Cina ancora rappresenti, e lo farà a lungo, il treno di crescita. La verità è che finalmente iniziamo a vedere altre nazionalità, anche se ancora paghiamo dei trend di nazionalità molto importanti, come nel caso della Russia, che ormai da qualche anno soffre per tasso di cambio e situazioni geopolitiche. I Millennials sono l'elemento trainante all'interno del mondo cinese. Vediamo che tutte le classi di età si stanno muovendo e questo dà un vantaggio anche nel medio termine".Per quanto riguarda il settore del lusso in generale, l'analisi è stata affidata ad Andrea Illy, presidente della Fondazione Altagamma, che ha sottolineato i numeri positivi, ma anche le diverse criticità per il settore, indicando anche quelle che, a suo avviso, sono le priorità."Aumentare la competitività - ha spiegato Illy - di cui l'Italia ha una gran riserva, e quindi bisogna rimboccarsi le maniche anche con le istituzioni, per porre rimedio a quelle che sono le nostre più grandi lacune, in particolare quella sull'istruzione: noi abbiamo numeri sulla formazione professionale che sono un centesimo rispetto ai nostri colleghi tedeschi che sono leader, noi siamo i numeri due e quindi dovremmo avere numeri simili. Abbiamo altri gap da colmare sotto il profilo della performance delle aziende, quindi bisogna cercare primo di infondere fiducia, secondo rinforzare la partnership pubblico-privato per aumentare la competitività dell'Italia in questo comparto".