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Brexit: ecco come funzionerà il negoziato sul divorzio Londra-Ue

 

Roma, (askanews) - La Gran Bretagna ha deciso di lasciare l'Unione Europea. Ma non si esce da un Trattato internazionale da un giorno all'altro. Ora, concretamente, cosa succede? Lo abbiamo chiesto al corrispondente di Askanews da Bruxelles, Lorenzo Consoli, uno dei decani della sala stampa della Commissione europea."Innanzitutto proprio al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno qui a Bruxelles il presidente del Consiglio europeo ha convocato già una riunione informale dei leader dei 27, quindi senza la Gran Bretagna, sarà la prima volta, per discutere con loro su come impostare i negoziati con Londra in vista del divorzio".L'art. 50 del Trattato Ue prevede che il paese secessionista debba comunicare formalmente la sua intenzione agli altri."Da quel momento scatta un periodo di due anni nel quale si negozia fra il paese secessionista e gli altri paesi membri sui termini di questo divorzio. Se non si riesce ad arrivare a un accordo, entro due anni il trattato cessa di applicarsi al paese secessionista".Se questo accadesse, sarebbe un problema per la Gran Bretagna? E' un meccanismo per mettere pressione su Londra nel negoziato?"Certo, sicuramente, perché il fatto che non si applichi più il trattato significa che cessano tutti i vantaggi del mercato unico, è soprattutto questo il problema più grave, sarebbero reintrodotte perfino le tariffe doganali verso la Gran Bretagna, non si applicherebbero più tutte quelle norme che fanno sì che sia possibile fare business da Londra per tutta l'Europa"."Non mi sembra però questa l'ipotesi più realistica. L'ipotesi più realistica è che la Gran Bretagna chieda di entrare a far parte dello Spazio economico europeo, che è un trattato poco conosciuto ma che lega l'Ue a tre paesi che non ne sono parte, la Norvegia, il Liechtenstein e l'Islanda. "Questi paesi in pratica sono membri del Mercato Unico pur senza essere membri dell'Unione europea, il che significa che non partecipano alle decisioni che creano le regole sul mercato unico, ma godono dei suoi vantaggi. Se la Gran Bretagna resta nel mercato unico i mercati potrebbero essere tranquillizzati, ma paradossalmente questo toglierebbe ancora più sovranità alla Gran Bretagna, perché la Gran Bretagna si ritroverebbe membro di un club di cui non contribuisce a prendere le decisioni. Dovrebbe applicare tutte le norme sul mercato unico decise dai 27 senza di lei".Se questo dovesse accadere, potrebbe delinearsi uno scenario in cui un nucleo di paesi più europeisti va ancora più verso l'integrazione, mentre i paesi più euroscettici seguono l'esempio di Londra?"Sì, credo che questo sia lo scenario più realistico, che ci sia lo scollamento magari di alcuni altri paesi, io penso che un piccolo effetto domino possa esserci, penso all'Ungheria, forse Repubblica Ceca, Slovacchia...sono Paesi che si sono uniti all'Unione europea sulla base di un equivoco, loro cercavano soprattutto una protezione della Nato, la fine del periodo sovietico, ma non hanno mai veramente aderito - così come la Gran Bretagna non ha mai veramente aderito al sogno europeo, degli Stati Uniti d'Europa, di un'unione politica e federalista"."Quello che è certo è che i paesi fondatori (Italia, Francia, Germania e Benelux, ndr) e gli altri come la Spagna e il Portogallo che sono entrati dopo ma sono favorevoli a un'unione politica, comincino una riflessione politica molto approfondita, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk lo ha anche detto, che comincerà questa riflessione già nella riunione a 27 a margine del vertice della prossima settimana, una riflessione su come approfondire l'Unione, come rendere l'unione più stretta, come c'è scritto nel trattato, "ever closer union", ora quello che hanno rifiutato i britannici, noi lo facciamo. Bisogna vedere come, e lì il problema che si porrà sarà di risolvere la grossa crisi di consenso che c'è oggi nell'Ue dovuta alla pessima gestione della crisi dell'eurozona fatta sotto la leadership tedesca".