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Di Maio e il franco coloniale, caso diplomatico tra Roma e Parigi

 

Roma (askanews) Caso diplomatico tra Francia e Italia dopo le esternazioni del vice premier Luigi Di Maio e del grillino Alessandro Di Battista sul "franco coloniale". L'ambasciatrice d'Italia in Francia, Teresa Castaldo, è stata convocata al ministero degli Affari Esteri di Parigi, per le parole di Di Maio sulla Francia che ha accusato di "impoverire l'Africa" e aggravare la crisi dei migranti, oltre a chiedere sanzioni europee contro la Francia.Parigi giudica inaccettabili le osservazioni del vicepremier durante un comizio il 20 gennaio ad Avezzano. Nella serata anche Di Battista era tornato sull'argomento durante la sua intervista a "Che Tempo che fa".Dopo la notizia della convocazione dell'ambasciatrice, Di Maio ha ribadito il suo punto di vista: "Io non credo che sia un caso diplomatico. Io credo che la Francia sia un paese che stampando una moneta per 14 stati africani, impedisce lo sviluppo di quegli stati africani e contribuisce alla partenza di profughi che poi muoiono nel Mediterraneo o arrivano sulle nostre coste. Se l'Europa vuole avere un po' di coraggio deve avere la forza di affrontare il tema della decolonizzazione dell'Africa. Io mi sono stancato di parlare degli effetti dell'immigrazione, voglio parlare delle cause".Il franco della "Communauté Financière Africaine" ("comunità finanziaria africana", CFA) fu introdotto nel 1945 nelle colonie francesi dell Africa occidentale: oggi è una moneta usata da quattordici paesi dell Africa occidentale e centrale, gestita dalla Banca centrale francese e con un cambio fisso stabilito con l euro. Da notare che i paesi che hanno il franco coloniale non producono molta emigrazione destinata all Italia. Appena duemila migranti in tutto il 2018 sono arrivati dai 14 paesi che adottano questa moneta.