Politica

La crociata della sindaca giapponese contro il sessismo nel sumo

 

Roma, (askanews) - Il sumo, la tradizionale lotta giapponese, deve aprirsi alle donne. É una vera crociata quella intrapresa da Tomoko Nakagawa sindaca di Takarazuka, in Giappone, che da tempo combatte battaglie per la parità dei sessi. Dopo che le è stato impedito di pronunciare un discorso di saluto all'inizio di un torneo sul ring, ha deciso di portare avanti la sua campagna contro questo sport maschilista, dove alle donne è vietato anche solo salire sul dohyo, il sacro ring.Ha chiesto formalmente in un incontro con i vertici dell'Associazione giapponese di sumo, di rivedere il regolamento di questa antica disciplina. E promette di andare avanti almeno fino a quando non si aprirà un dibattito sulla questione. "Mi hanno detto che porteranno la mia proposta al consiglio d'amministrazione e che ne discuteranno - ha raccontato alla stampa dopo l'incontro - anche se non possono garantire quale sarà la risposta. Io ho detto loro che tornerò qui di nuovo tra tre mesi".La sindaca ha riferito la risposta dei funzionari: il divieto di salire sul ring per le donne non vuole essere una dicriminazione: "Mi hanno detto che è un'antica tradizione", questa è stata l'unica spiegazione. "La società di oggi però ci dice che le donne hanno e devono avere un ruolo più attivo, anche se ci sono ancora molti fattori che le ostacolano. E uno di questi è rappresentato proprio dall'Associazione del sumo".Un incontro che ha definito cordiale, con funzionari "gentili" ma comunque determinati a mantenere la situazione attuale. Si è iniziato a parlare di sumo sessista in tutto il mondo dopo che un'infermiera e altre donne erano salite sul ring per soccorrere un sindaco che si era sentito male. Nessuno si preccupava dell'uomo, mentre gli altoparlanti continuavano a ripetere alle donne di scendere.