Spettacoli

Ernia: in "68" la mia verità, ma non racconto solo la periferia

 

Milano (askanews) - È lo specchio di un percorso artistico, in particolare dell'ultimo anno, "68", il nuovo album di inediti di Matteo Professione, in arte Ernia: il rapper milanese l'ha chiamato come l'unico autobus, la 68 come si chiama qui, che passa nel quartiere Bonola dove è cresciuto e porta dalla periferia alla zona della movida dei Navigli."È un po' la metafora dell'ultimo anno che ho passato, dall'essere un emergente con l'ultimo progetto all'essere uno dei giovani meglio considerati". "Io parlo della mia vita, non riesco a parlare di qualcosa che non sia assolutamente mio, un'esperienza che ho vissuto, in questo disco c'è veramente l'ultimo anno".Nel disco sono citati molti luoghi di Milano, città a cui è molto legato: il racconto musicale di Ernia, anticipato dal singolo "Domani", non si limita però al disagio delle periferie."Tanti rapper in Italia, soprattutto milanesi, si concentrano solo sulla periferia e poi vedi che di periferia non lo sono neanche troppo. Che ci sia del disagio è chiaro, è uguale in tutto il mondo, non servono i rapper a raccontarlo, io ho raccontato altro, potevo raccontare di qualche marachella combinata in passato, ma ho concentrato la mia carriera su altro e forse è stata la cosa che mi ha fatto notare".Così Ernia spiega il grande successo del rap tra i giovani italiani."Se apri un programma a caso di musica italiana sono sempre gli stessi, esce anche qualche giovane nuovo ma i testi sono scritti sempre dallo stesso autore che ha scritto gli stessi testi al big di turno, come la Pausini o Eros, e tutti se li fanno scrivere. Noi siamo veri, quello che dico lo scrivo io è mio, è molto più originale".Dal 7 settembre Ernia sarà in tour per presentare il disco e incontrare in fan, da novembre partono i live in tutta Italia.