Spettacoli

Verdone: ho fiducia nei giovani ma lavoriamo meglio sulle storie

 

Roma (askanews) - E' andato a Roberto De Paolis per il film "Cuori puri" il Premio Verdone di quest'anno. Giunto alla nona edizione e istituito dal festival del cinema europeo di Lecce con il Centro sperimentale di cinematografia e il sindacato dei giornalisti cinematografici in accordo con la famiglia Verdone, il premio viene dato a un giovane autore che con la sua opera prima si sia particolarmente distinto nel corso dell'ultima stagione cinematografica. In questo modo si rende omaggio al critico e storico del cinema Mario Verdone, padre di Carlo. "Questi sono ragazzi che hanno fatto i film veramente con pochi soldi, quindi dobbiamo pensare a questo, però c'è dentro tanta forza, tanta energia, tanta anima. Sono fiducioso soprattutto nelle nuove generazioni, però attenzione alle storie, perché in questo momento noi abbiamo bisogno soprattutto di bravi soggettisti, e di bravci sceneggiatori. Una volta la narrativa aiutava molto il cinema, purtroppo questo è un momento in cui la narrativa aiuta molto poco il cinema, sono molto pochi gli scrittori che scrivono per il cinema, pochissimi. Invece negli anni Sessanta era pieno, ecco perché forse anche i film venivano meglio".Per Carlo un buon film non può prescindere da alcuni elementi. "Dobbiamo lavorare meglio alla scrittura, all'idea iniziale del film, perché sta tutto lì. E poi, chiaramente, più si azzarda e meglio è. Più si trova una struttura narrativa originale e meglio è, ci sarà più curiosità da parte del pubblico. Io credo che il successo di un film sia dovuto soprattutto dalla riconoscibilità del tema. Se il pubblico riconosce in qualche modo in quel tema alcuni elementi che in qualche modo lo riguardano, e che ci sia un po' di poesia, perché la commedia sennò diventa intrattenimento e basta, un'ora e mezzo e poi te lo sei dimenticato".