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Cronache
Alluvione Emilia Romagna. Ricostruzione che arranca e scontro tra istituzioni
Stefano Bonaccini

Ricostruzione Emilia Romagna in stallo. Bonaccini lamenta un mancato arrivo di fondi. Meloni risponde che ha stanziato. Figliuolo convoca tavolo

A che punto è la notte nell’Emilia Romagna post alluvione?

“Ci voleva meno inerzia, siamo in stallo”, ci rispondono quasi all’unisono tecnici e comitati interpellati. In pubblico vanno tutti d’amore e d’accordo, in privato emerge invece la realtà: i molti conflitti tra istituzioni e le criticità sui fondi e il loro utilizzo hanno messo un freno alla soluzione anche dei problemi più gravi che il territorio si trova ad affrontare.

Nei giorni precedenti ferragosto il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini invia una lettera alla presidente del consiglio Giorgia Meloni, lamentando un mancato arrivo di fondi e chiedendo un incontro urgente. La Meloni reagisce, anche lei con una lettera, sostenendo che in realtà i fondi sono stati stanziati.

Molti interventi sono comunque in essere ma non sembrano per adesso neanche sufficienti a ripristinare la situazione pre catastrofe. La Regione di Bonaccini ha annunciato lavori per 116 milioni di euro: “22 i cantieri in provincia di Ravenna, per un investimento complessivo di circa 41 milioni di euro; 14 nel forlivese-cesenate, per 13 milioni e 600mila euro; 26 nel bolognese per un totale di circa 54 milioni di euro. E ancora: 9 somme urgenze riguardano la provincia di Rimini, per circa 4 milioni; 6 si stanno realizzando nel modenese, con lavori per circa un milione di euro; due nel reggiano, per 3 milioni”. 

LEGGI ANCHE: Alluvione Emilia Romagna, Bonaccini a Meloni: "Ignorate le nostre richieste"

“Ci voleva però meno inerzia”, è il refrain che ripetono tutti dal territorio quando i microfoni sono spenti. Molti Comuni delle vallate romagnole affronteranno l’inverno in situazioni davvero critiche, con frane non risolte, ripristini non effettuati e messe in sicurezza non davvero adottate. “Si naviga al buio”, in un continuo rimpallo tra la Regione che dichiara mancanza di denaro e il generale Figliuolo, commissario ad acta, che visita i siti e supervisiona gli interventi più urgenti. 

Il dramma più evidente è che molti enti, sopratutto i piccoli, non sanno da che parte iniziare gli interventi urgenti, mancando o di fondi e di competenze tecniche interne. Ci sono delle evidenti impreparazione dei Comuni ad affrontare la gestione del territorio, dalla gestione dei fossi a quella dei torrenti, dal ripristino delle frane alle strade da riaprire. 

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