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Angelo Maria Perrino

Libia, Renzi: "Nessuna accelerazione". Ma Craxi: "Ci sono già italiani armati"

I due ostaggi italiani uccisi con un colpo alla nuca. Renzi rallenta su un intervento in Libia: "Nessuna accelerazione". Ma Craxi: "Ci sono già uomini armati sul suolo libico ma il governo non lo dice"

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Dopo l'uccisione di due dei quattro ostaggi italiani in Libia, Renzi non forza i tempi di un intervento: "Nessuna accelerazione". Ma il responsabile esteri del Psi, Bobo Craxi, scrive su Twitter: "Ci sono già italiani in armi sono sul suolo libico. Qualcuno è informato. La maggioranza dei concittadini no".

LA MORTE DEI DUE ITALIANI

Due italiani uccisi in uno scontro a fuoco a Sabrata, nell'ovest del paese. E due ancora vivi in mano ai sequestratori. Mentre sono ore caldissime per la diplomazia e la politica alle prese con lo scenario dell'intervento italiano in Libia, irrompe la notizia del doppio omicidio di due nostri connazionali rapiti sette mesi fa. Le vittime sono Fausto Piano, 60 anni di Capoterra (Cagliari) e il 47enne siracusano Salvatore Failla, due dei quattro dipendenti della Bonatti rapiti in Libia nel luglio del 2015. Gli altri due dipendenti dell'impresa, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, secondo fonti del Copasir che citano il sottosegretario Marco Minniti, sarebbero invece ancora vivi. La notizia arriva in mattinata direttamente dalla Farnesina, che in una nota fa riferimento "alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, apparentemente riconducibili a occidentali". Da "tali immagini - continua il ministero degli Esteri - e tuttora in assenza della disponibilita' dei corpi, potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della societa' di costruzioni Bonatti, rapiti nel luglio 2015 e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla. Al riguardo la Farnesina ha gia' informato i familiari. Sono in corso verifiche rese difficili, come detto, dalla non disponibilita' dei corpi". La dinamica resta da verificare. Secondo ambienti giudiziari di piazzale Clodio, dove era stata aperta un'inchiesta per sequestro di persona con finalita' di terrorismo, i due ostaggi sarebbero stati uccisi mentre stavano per essere trasferiti da un covo all'altro. Da tempo erano stati separati dagli altri due colleghi, e ieri, a Sabrata, si trovavano a bordo di uno dei mezzi di un convoglio dell'Isis attaccato dalle forze di sicurezza libiche. Ma le notizie non sono confermate. Ieri negli scontri tra Isis e forze libiche sono morti almeno otto jihadisti, la maggior parte dei quali di nazionalita' tunisina. Secondo Giampiero Massolo, direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, "Nella zona di Sabrata risulta che questi quattro nostri connazionali fossero stati sequestrati e tenuti da parte di organizzazioni con una connotazione principalmente criminale piu' che jihadista". Anche secondo il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, "e' da dimostrare che i sequestratori dei nostri connazionali in Libia appartengano all'Isis".

Minniti - ha spiegato Stucchi al termine dell'audizione del sottosegretario con delega all'Intelligence - ci ha illustrato compiutamente quanto accaduto sulla base delle informazioni in possesso del governo". Molte le ricostruzioni fatte, ma "non tutte attendibili: le ipotesi in campo sono varie, ma vanno valutate con attenzione anche perche' sono trascorse poche ore da quanto accaduto. La richiesta di un riscatto? Non e' l'ipotesi piu' probabile". Quanto alla possibilita' che ad un certo punto del sequestro Piano, Failla, Pollicardo e Calcagno siano stati separati "e' tutto da dimostrare: sicuramente Piano e Failla venivano trasportati separatamente dagli altri due, ma questo non vuoldire che siano stati divisi e, eventualmente, da quanto tempo". La notizia deflagra in Parlamento e scatena la polemica politica, rinfocolando le perplessita' e i dubbi che da giorni si addensano sulla possibilita' sempre piu' concreta che l'Italia possa intervenire direttamente in Libia. Il leader della Lega, Matteo Salvini, attacca palazzo Chigi e il Quirinale e dice che "Renzi ha le mani sporche di sangue, tanto in Italia quanto in Libia". Al premier, "che va in giro a fare il fenomeno", Salvini chiede di spiegare "alle famiglie dei due italiani forse uccisi e alle famiglie di chi probabilmente cadra' quello che non ha fatto il governo di fronte alla guerra. Siamo di fronte ad un allarme planetario - aggiunge - e Mattarella gode che qui sbarcano decine di migliaia di persone. Mentre arrivano le notizie dalla Libia, il Presidente della Repubblica si vanta del fatto che l'Italia e' all'avanguardia per l'accoglienza degli immigrati. Questi o sono matti o sono complici, da Renzi a Mattarella". "La notizia della morte dei nostri due connazionali in Libia - aggiunge Silvio Berlusconi - sottolinea drammaticamente anche la complessita' della situazione libica e l'elevato rischio di causare vittime innocenti se si dovessero intraprendere interventi frettolosi o superficiali". Il presidente del Senato, Pietro Grasso, esprime "forte preoccupazione". "Ci stringiamo con affetto alle famiglie e a tutte le persone che vivono momenti di ansia e sofferenza". Dal Quirinale si fa sapere che il Capo dello Stato segue la vicenda con "molta attenzione", il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferira' in aula alla camera mercoledi' 9 marzo alle 16 sulla situazione in Libia. La tensione resta altissima anche sulla eventualita' di un intervento italiano: "Non ci sono le condizioni per un intervento in Libia - dice Romano Prodi - la guerra e' l'ultima cosa da fare, ma in ambito Onu. L'Italia potrebbe avere un ruolo serio ma non puo' essere sola". (AGI) Mgm


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