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Cronache
Notre Dame, storici d'arte contro il governo: "La cattedrale cadeva a pezzi"

Il "piano di ricostruzione" di Notre Dame ha preso il via. Ieri mattina si è tenuta infatti la prima riunione per porre le basi dell'opera di riedificazione del celebre edificio.

Emmanuel  Macron ha promesso: “Notre Dame verrà ricostruita in cinque anni”. Non mancano però le polemiche furiose degli storici dell'arte che criticano la mancanza di tutela del patrimonio culturale.
Come raccontato da Il Fatto Quotidiano numerose le reazioni degli esperti.
“È tempo che lo Stato si faccia carico del suo patrimonio”, ha reagito Didier Rykner, caporedattore di La Tribune de l’Art.
“Si stanno per spendere miliardi per le Olimpiadi, e non ce n’erano per restaurare Notre Dame?”. “Il destino sta presentando allo Stato la fattura delle sue politica culturale – ha detto a sua volta lo storico dell’arte Alexandre Gady–. Gran parte delle cattedralidi Francia sono in pessime condizioni. Da anni denunciamo il budget dei monumenti storici che non è all’altezza delnostro Paese”.

Numerose le personalità del mondo della cultura e dell'arte che hanno rimarcato la mancanza di manutenzione costante verso edifici storici, simbolo del patrimonio culturale francese.

Didier Ryknerè è uno tra gli esperti che da anni allerta le autorità sulle condizioni di Notre-Dame e di altre chiese di Parigi.

Il 28 aprile 2017, un blocco di pietra di 3,5 chili è caduto dal campanile della chiesa dell’ Ile-Saint-Louis, costruita dal 1624 al 1726, sulla via centrale e iperturistica dell’isola sulla Senna. Per fortuna senza ferire nessuno. Da quel fatto si sono susseguiti altri incidenti. Il comune aveva alla fine lanciato un “piano d’urgenza” e sbloccato 80 milioni su 5 anni (cui si aggiungevano 11 milioni su 6 anni dello Stato).

Una cifra insufficiente per gli esperti.

Per finanziare il recupero della cattedrale, nell’estate 2017, era nata la Friends of Notre Dame de Paris, una fondazione di diritto americano che doveva partire negli Usa alla ricerca di generosi mecenati. Pochi mesi prima, lo Stato e la Fondation Avenir du Patrimoine à Paris (creata nel 2013 per raccogliere fondi destinate al recupero delle chiese parigine) avevano firmato un accordo per un piano di restauro su 10 anni di tutta l’abside.

2 milioni di euro la cifra elargita dallo Stato all’anno e versamento di sovvenzioni supplementari per ogni euro raccolto da privati, fissando un tettomassimo a 60 milioni. Questo ha portato alla corsa ai mecenati generosi per una raccolta fondi che fosse più cospicua.

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