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Culture
Bon Iver, sogno di una notte di mezza estate a Villafranca di Verona

"It might be over soon". Maybe too soon. Forse troppo presto. Eppure. Eppure è un finale così perfetto. Questo avranno pensato buona parte dei circa novemila presenti in una notte di mezza estate al castello Scaligero di Villafranca di Verona. Luogo magico dove sono ambientate tra l'altro anche alcune scene dell'immortale capolavoro di William Shakespeare, Romeo e Giulietta. E il concerto dei Bon Iver, attesi in Italia dal 2012, è stato appunto questo, per citare ancora il Bardo: un sogno di una notte di mezza estate.

Erano sette anni che il pubblico italiano aspettava la riapparizione di Justin Vernon con le sue cuffie e il suo inconfondobile falsetto. Un'attesa ripagata in un live di circa due ore che crea sin dalla prima nota un'atmosfera avvolgente e sospesa. "Perth" e "666", la doppietta iniziale, sono tanto agli antipodi della produzione dei Bon Iver da essere perfettamente assimilabili, in un unicum che mette subito i brividi. Una produzione, quella della creatura del cantautore di Eau Claire, non profonda (tre album e mezzo con il quarto in arrivo in 12 anni di attività) ma dal livello altissimo. 

D'altronde è difficile far combaciare la prolificità alla perfezione, il chiodo fisso di Vernon non solo in studio ma anche sul palco, come dimostra la cura maniacale per qualsiasi dettaglio sonoro, anche quello che può sembrare più insignificante. Una ricerca costante che si rispecchia negli approcci sempre diversi alle canzoni, costantemente rivisitate, rielaborate, rilavorate, con il miracolo di mantenere il loro sottostrato filosofico originario.

Questa volta, soprattutto rispetto alle recenti esibizioni degli ultimi anni dopo l'uscita nel 2016 del capolavoro 22, A Million (che ha letteralmente trasportato i Bon Iver su un'altra dimensione musicale diversa eppure consequenziale alla precedente), l'approccio è più aggressivo e con meno orpelli. Un album, 22, A Million, che viene esplorato soprattutto nel primo set di circa un'ora che però si conclude con le distensioni di "Calgary" e il crescendo emotivo di "Creature Fear".

Il secondo set, dopo una pausa di circa 15 minuti, si apre con l'assolo alla chitarra di Vernon con il cavallo di battaglia "Skinny Love", ritoccato per restare immutabile. Dopo un altro grande classico, "Flume", c'è spazio per "Hey, Ma", che anticipa il prossimo album in uscita a fine agosto e convince subito tutti. Finale a toni altissimi, con l'emotività dilagante di "The Wolves (Act I and II)" e "For Emma", prima di un'azzeccatissima 22 (Over Soon). 

"It might be over soon". Maybe too soon. Forse troppo presto. Eppure. Eppure è un finale così perfetto.

SETLIST

Set 1

Perth

666 ʇ

Heavenly Father

Towers

Blood Bank

____45_____

10 d E A T h b R E a s T

715 - CREEKS

29 #Strafford APTS

Calgary

Creature Fear

Set 2

Skinny Love

Minnesota, WI

Flume

Hey, Ma

33 “GOD”

8 (circle)

Holocene

The Wolves (Act I and II)

For Emma

Encore:

22 (OVER Soon)

twitter11@LorenzoLamperti

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    Tags:
    bon ivervillafranca di veronacastello scaligero





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