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Economia
Confindustria, presidenza rinnovabile se arriva Garrone

C’è una Regione del Nord con cui le due candidature lombarde (una ufficiale di Giuseppe Pasini e un’altra in pectore di Carlo Bonomi) dovranno vedersela nella corsa alla presidenza di Confindustria ed è la Liguria. Certo, le territoriali della Riviera non hanno il peso di Assolombarda in termini di voti, ma la regione del Nord-Ovest, approfittando anche delle divisioni lombarde, potrebbe esprimere a tempo debito una candidatura di peso capace di ricompattare un sistema che, dopo le ultime due guerre fratricide risolte al fotofinish fra Squinzi e Bombassei (2012) e Boccia e Vacchi (2016), desidera marciare unito e riconquistare tutto il peso di una rappresentatività imprenditoriale che solo un grande cognome, fra quelli blasonati delle famiglie industriali del Paese, può garantire.

confindustria
 

Il cognome è quello di Edoardo Garrone, attuale presidente del gruppo Erg e del Sole 24 Ore, imprenditore con una lunga militanza confindustriale, associazione dove ha ricoperto tutte le cariche, a partire da quella della presidenza dei Giovani. Una “carriera” che lo ha portato ad essere molto conosciuto ed apprezzato in tutto il sistema dell’Aquilotto soprattutto, si vocifera, per le sue skill empatiche con gli associati. In occasione della prossima tornata elettorale, si sussurra di qualche confindenza di Garrone agli amici sulle molte richieste a partecipare fra qualche mese alla partita del rinnovo dei vertici della confederazione degli imprenditori.

E’ consapevole, dice chi lo conosce bene, del fatto che l’ottimo esempio di riconversione industriale operato con la sua Erg (da gruppo petrolifero è diventata un colosso delle rinnovabili, il primo operatore dell’eolico in Italia e leader anche in Europa) potrebbe rappresentare un ottimo viatico per imbastire relazioni costruttive con il governo Conte, rilanciando la rappresentatività perduta dell'associazione. Così alla presidenza dell'Aquilotto pare che Garrone ci stia facendo più di un semplice pensierino

Questo potrebbe essere il momento giusto”, avrebbe confidato ai suoi collaboratori l’industriale che fino a questo momento ha dovuto dedicare molte delle sue energie in Viale dellìAstonomia alla risoluzione della questione giudiziaria che ha coinvolto il Sole 24 Ore, vicenda su cui Garrone è contento di aver voltato finalmente pagina con una "fatica immensa", per le innumerevoli riunioni con gli avvocati nel cercar di trovare la quadra. Una vicenda che si è conclusa con la richiesta di patteggiamento degli ex vertici del gruppo di Via Monterosa Benito Benedini e Donatella Treu.

Il ruolo di presidente di Confindustria è un impegno a tempo pieno che, oltre a sottrarre energie preziose alla propria azienda, mette anche in sovraesposizione il business di famiglia. Ma Garrone, rivela sempre chi lo conosce bene, pare non nutrire dei timori su questi fronti, visto che la governance messa a punto per gestire la propria impresa gli consentirebbe di non far pesare gli effetti di un suo eventuale ruolo istituzionale h24 alla guida dell’associazione degli industriali italiani.

Le uniche valutazioni che pare voglia riservarsi sono quelle da fare con la moglie per un ruolo che lo impegnerebbe quotidianamente lontano dalla famiglia.  E, nel filone presidente-forte, presidente-debole, Garrone rivela di essere a favore di un "vertice forte, rappresentativo”, perché, ironizza su chi un’azienda non ce l'ha o ne possiede una piccola, "con la presidenza non rischierebbe l’osso del collo. Anzi”. E i galloni del presidente forte Garrone li avrebbe. 

twitter11@andreadeugeni

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