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Economia
Walgreens, italiani al top delle farmacie Usa. Pessina-Barra, coppia da 13 mld

Niente da fare: annunciata fin dall’ottobre 2015, la fusione da 17,2 miliardi di dollari tra la prima e la terza catene di farmacie degli Stati Uniti, Walgreens Boots Alliance (Wba), un colosso forte di oltre 8 mila farmacie negli Usa, ma presente in 25 paesi al mondo con oltre 13.100 negozi, 350 centri di distribuzione e 200 mila tra farmacie, ambulatori, ospedali e centri sanitari che lo scorso anno ha fatturato 117,4 miliardi di dollari (con 5 miliardi di utile netto rettificato) e Rite Aid, oltre 4.540 farmacie in tutti gli Usa, per un fatturato di 8,5 miliardi nell’esercizio fiscale 2017 (chiuso il 4 marzo) ma anche con 21,1 milioni di perdita netta, non si farà.

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Complici i timori in materia di concorrenza e le resistenze opposte all’operazione dall’Antitrust Usa, il colosso nato nel 2014 dall’acquisizione dell’americana Wallgreens (fondata a Chicago, nel 1901, quotata al Nasdaq) da parte della svizzera Alliance Boots, ha dovuto ritirare la propria offerta iniziale e “accontentarsi”, si fa per dire, di rilevare 2.186 farmacie (in gran parte sulla costa Est degli Stati Uniti), 3 centri distributivi e relativi inventari della rivale, per un controvalore complessivo di 5,175 miliardi di dollari. “Crediamo che la nuova transazione risponda ai timori delle autorità per la concorrenza sorti precedentemente in relazione all’offerta precedente” si è limitato a commentare Stefano Pessina, Ceo di Wba, in una nota. Pessina può recriminare per l’occasione mancata, ma certo non si lamenta troppo.

Anche se ha dovuto pagare 325 milioni di dollari di penali a Rite Aid per aver rinunciato al precedente accordo e ha dovuto rinunciare a vendere 865 farmacie di Rite Aid alla rivale Fred’s, come inizialmente previsto, l’operazione, ha spiegato agli analisti, “è più attraente della precedente visto il compromesso che le autorità cercavano”. Non solo: l’operazione dovrebbe portare a sinergie nell’ordine dei 400 milioni di dollari rendendo l’intera catena di farmacie di Wba più efficiente negli Stati Uniti. Da parte sua Rite Aid ha già detto che l’operazione consentirà di ridurre l’indebitamento e darà alle sue farmacie la possibilità di acquistare medicinali a prezzi più bassi grazie all’alleanza commerciale con Wba.

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Un aspetto “critico” per consentire alla stessa Rite Aid di continuare a sopravvivere anche con dimensioni ridotte, hanno già sottolineato gli analisti a Wall Street, dove le azioni di Wba hanno guadagnato l’1,5% nelle due sedute dopo l’annuncio, mentre quelle di Rite Aid hanno perso il 33% e quelle di Fred’s sono arretrate del 25%. Del resto Pessina agli alti e bassi dei processi di fusione e acquisizione è abituato da anni: l’imprenditore pescarese fin dal 1977 iniziò a occuparsene ristrutturando il business di famiglia, a Napoli, e dando vita ad Alleanza Farmaceutica, che subito iniziò a acquisire e ristrutturare concorrenti più piccoli in tutto il Sud Italia.

Nel 1985 avviene il primo incontro (“freddino” secondo i diretti interessati) con Ornella Barra, che dopo aver iniziato a lavorare nella farmacia di famiglia, a Chiavari (in Liguria), aveva da poco avviato a Lavagna (che da Chiavari è separata solo dal torrente Entella) una sua ditta di distribuzione farmaceutica, la Di Pharma. Barra e Pessina dopo qualche schermaglia trovarono un’intesa che dura tuttora, negli affari come nella vita (i due costituiscono una coppia di ferro e convivono a Montecarlo da anni), fondendo le rispettive imprese per dar vita ad Alleanza Salute Italia che nel 1988 si espande in Francia conquistando le farmacie di Erpi ed Ipf dando così vita ad Alleanza Santé.

Per qualche anno Pessina e Barra si concentrano sulla crescita organica, poi nel 1997 optano per fondersi con la britannica UniChem e dare vita ad Alliance UniChem (mentre Alleanza Salute Italia diventa l’azionista di riferimento della maggiore cooperativa di farmacisti del Nord Italia, Unifarma). Nel 2006, un anno dopo essere sbarcati anche in Russia e in Cina, Pessina e Barra conquistano un altro concorrente britannico, Boots Group, dando vita ad Alliance Boots. Il resto, come si dice, è storia, con un leverage buyout da 22 miliardi di dollari (che resta il maggiore mai portato a termine in Europa) con cui Barra, nel 2007, rileva assieme alla società di private equity KKR il controllo di Alliance Boots, per poi fonderla con l’americana Wallgreens a metà 2012 e dare vita a Wba (55% in mano ai soci di Alliance Boots, 45% a quelli di Wallgreens), di cui Stefano Pessina è Ceo dal 2014 e Ornella Barra, considerata da Fortune la quarta donna più potente d’Europa, è co-Coo.

(Segue...)

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