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Agi ad Angelucci, Cuzzocrea dice il contrario del Cdr: si mettano d’accordo
Annalisa Cuzzocrea

Agi ad Angelucci, Cuzzocrea dice il contrario del Cdr: si mettano d’accordo

Solo in Italia può capitare che un imprenditore –in questo caso Antonio Angelucci- voglia comprare una agenzia di stampa –in questo Agi- e scoppi il putiferio e lo sciopero immediato. Tutto nasce da un comunicato stampa laconico di Eni, proprietaria della Agenzia: “Eni è in fase di valutazione della manifestazione di interesse ricevuta da un soggetto terzo, nel contesto di una interlocuzione preliminare, e qualsiasi indiscrezione stia emergendo sull’ipotesi di cessione o sui relativi termini è da ritenersi infondata, poiché prematura rispetto allo stato del confronto con la controparte e della valutazione”.

Per ora siamo fermi alla “interlocuzione preliminare” ma già la sinistra è entrata in agitazione. Una delle più agitate è Annalisa Cuzzocrea, vicedirettrice de La Stampa, che posta da qualche ora su X a gettito continuo, numerando i post (ne riportiamo solo i primi due): N.1: “Scoprire con sorpresa di vivere in un Paese in cui una partecipata di Stato l’Eni, può vendere una società di sua proprietà, Agi, a un parlamentare della maggioranza che la controlla, senza che un fronte di opposizione si unisca per dire che non siamo l’Ungheria o il Venezuela”.

Leggi anche: Agi, affare da circa 30 milioni di euro. Schlein: "Da governo mossa ungherese"

Per la Cuzzocrea siamo al golpe: N.2: “La maggioranza di destra fa la destra: cerca di eliminare ogni voce libera e critica rispetto al governo. I sedicenti liberali all’opposizione parlano di operazione di mercato, come se il conflitto di interessi non esistesse. Li vedono solo quando conviene loro”. Traduzione: se la prende con gli ex amici dei tempi belli, come Matteo Renzi quando era segretario dell’amato Pd. Però quando i miliardari Agnelli si sono comprati Gedi e la sua Repubblica dal miliardario De Benedetti la Cuzzocrea non aveva niente da dire e la cosa le stava benissimo. Allora non parlava di “eliminazione di ogni voce libera” da parte della sinistra.

Il CdR di Agi, supportato prontamente da Fnsi, scrive: “La battaglia contro la vendita al gruppo Angelucci dell’AGI, testata che per sua natura è oggi imparziale e autonoma da condizionamenti politici, è una battaglia per la stabilità occupazionale dei giornalisti e dei poligrafici; ma ancor di più è una battaglia a difesa del ruolo di informazione primaria delle agenzie di stampa che hanno nel loro dna indipendenza e pluralismo.     Il Cdr ricorda che la possibile cessione dell’AGI è oggi sotto osservazione dell’Unione europea, alla luce della Legge sulla libertà dei media (Media freedom act), provvedimento “rilevante – ha affermato la Commissione europea – per qualsiasi situazione di fusione dei media”.    Il Cdr sta valutando con l’Fnsi e le associazioni di stampa regionali tutte le azioni da mettere in campo per evitare la vendita dell’AGI e affinché l’agenzia possa restare sotto un editore che ha sempre garantito autonomia e indipendenza”. 

E qui il Cdr dice (ovviamente) che Agi è “imparziale e autonoma” mentre la Cuzzocrea aveva appena scritto il contrario e cioè che Agi è “critica rispetto al governo”. Mettetevi d’accordo. Ma forse ha ragione la Cuzzocrea: siamo in un’Italia più simile al Venezuela che ad una grande democrazia a capitalismo avanzato.

 






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